Le regole da rispettare per chi va in bicicletta: norme di comportamento, dispositivi del veicolo, equipaggiamento del conducente.
Il ciclista è nemico dell’automobilista, e viceversa. Quando una bicicletta procede a zig zag, o quando due ciclisti viaggiano affiancati su una strada trafficata, i veicoli a motore devono rallentare o sterzare per evitarli e i conducenti sbuffano. Ma capita anche di vedere macchine che tagliano la strada alle biciclette, gli svoltano davanti senza segnalare la manovra o restringono la loro carreggiata non lasciandogli lo spazio necessario. Insomma, per la sicurezza e la tranquillità degli uni e degli altri, tutti si chiedono: come devono stare i ciclisti in strada?
In realtà, esistono alcune basilari e semplici norme di comportamento che i ciclisti devono rispettare. Già, perché anche le biciclette sono veicoli, e come tali devono osservare le regole di circolazione stradale. L’articolo 46 del Codice della strada parla chiaro: «si intendono per veicoli tutte le macchine di qualsiasi specie, che circolano sulle strade guidate dall’uomo». Dunque, sono veicoli non solo quelli a motore, ma anche i carri trainati da animali, le slitte, i monopattini e, appunto, le biciclette. Infatti, il successivo articolo 47 menziona espressamente, tra i veicoli, anche i «velocipedi»: un termine antiquato, che indicava le bizzarre biciclette dell’Ottocento (quelle con la ruota anteriore più grande di quella posteriore), ma che ancora oggi viene utilizzato nel linguaggio tecnico per descrivere le bici moderne.
Grazie questa breve ma necessaria premessa ora sappiamo che le biciclette sono veicoli, dunque anche ad esse, e ai loro conducenti, si applica il Codice della strada. Perciò niente scuse, ma neppure paura. Le regole, infatti, sono quelle comuni e ben conosciute (dare la precedenza, fermarsi allo stop, tenere la destra, non andare contromano, ecc.), ma vi sono alcune norme di comportamento stabilite apposta per chi guida una bicicletta su una strada di pubblica circolazione: sono molto intuitive e facili da capire. Ora le indicheremo e così finalmente saprai come devono stare i ciclisti in strada. Ti sarà molto utile per prevenire incidenti ed evitare contestazioni e litigi.
Le regole principali che il ciclista deve rispettare quando guida la sua bicicletta sono le «norme di comportamento» previste dall’art. 182 del Codice della strada in modo specifico per questi veicoli e per i loro conducenti. Servono a tutelare la propria incolumità ed anche la sicurezza di automobilisti, altri ciclisti o pedoni che si incontrano lungo il percorso. Quindi, non vanno prese alla leggera, anche perché la loro inosservanza è sanzionata con apposite multe: non sono molto salate (vanno da 26 a 102 euro) ma possono associarsi con altre e più gravi violazioni, specialmente in caso di incidenti con danni alle persone.
Quando non circolano sulle strade urbane ciclabili, cioè sulle apposite, e ancora rare, «piste», i ciclisti, nei centri abitati, devono procedere su unica fila «in tutti i casi in cui le condizioni della circolazione lo richiedano» (praticamente, quasi sempre, salvi i casi di strada completamente sgombra) e, comunque, «mai affiancati in numero superiore a due»: quindi, bando ai gruppi di ciclisti che invadono la carreggiata fino al centro della strada.
I ciclisti, quando circolano fuori dai centri abitati, devono sempre procedere su un’unica fila (non solo quando necessario, come nei centri urbani), e dunque non possono affiancarsi, salvo che uno di essi sia minore di anni dieci e proceda sulla destra dell’altro. Così i bambini possono passeggiare sulla loro bici e circolare a fianco del papà o della mamma, ma devono porsi al margine destro della carreggiata, quindi sul lato più sicuro della strada, lasciando l’esterno al genitore.
I ciclisti «devono avere libero l’uso delle braccia e delle mani» – perciò niente smartphone o altri dispositivi nel palmo mentre si guida la bici – e devono «reggere il manubrio almeno con una mano». Inoltre, «essi devono essere in grado in ogni momento di vedere liberamente davanti a sé, ai due lati e compiere con la massima libertà, prontezza e facilità le manovre necessarie». Questo significa che non si possono trasportare pacchi ingombranti, che ostacolerebbero la visuale o le manovre, e neanche le buste della spesa, se sono pesanti e impediscono di governare il mezzo.
«Ai ciclisti è vietato trainare veicoli, condurre animali e farsi trainare da altro veicolo»: dunque, niente carretti o altre bici “a rimorchio”, e neanche cani al guinzaglio, o alla corda, che corrono accanto al loro padrone ciclista.
«I ciclisti devono condurre il veicolo a mano quando, per le condizioni della circolazione, siano di intralcio o di pericolo per i pedoni». Significa che quando si attraversano le strisce pedonali dove transitano persone a piedi, oppure quando la bici è rotta o insicura (una gomma bucata, freni guasti, ma anche luci non funzionanti, se si viaggia di notte), bisogna scendere e portare la bicicletta a mano; anche in questo caso usando – ricorda il Codice – «la comune diligenza e la comune prudenza».
No. Il Codice della strada vieta di trasportare altre persone sulla bicicletta, «a meno che lo stesso non sia appositamente costruito e attrezzato», come i tandem o le bici multiple che si vedono in alcuni parchi giochi o si noleggiano nei centri storici delle grandi città (devono essere veicoli omologati per questo speciale tipo di trasporto plurimo).
C’è un’importante eccezione al divieto di portare persone sulla bici: il ciclista – se è maggiorenne – può trasportare un bambino fino a 8 anni di età, purché la bici sia munita dell’apposito seggiolino (anteriore fino a 15 chili di peso, posteriore fino a 25 chili) provvisto di agganci e sistema di sicurezza.
Per il trasporto di oggetti sulle biciclette si applica l’art. 170 del Codice della strada, che consente il trasporto dei soli oggetti «solidamente assicurati» (ad esempio con gli appositi portapacchi muniti di ganci e “ragni”) e che non «sporgano lateralmente rispetto all’asse del veicolo o longitudinalmente rispetto alla sagoma di esso oltre i 50 centimetri». In ogni caso, gli oggetti trasportati non devono impedire o limitare la visibilità del conducente.
Il trasporto di animali sulle biciclette è consentito, «purché custoditi in apposita gabbia o contenitore» (ad esempio, il “trasportino” per gatti o cani di piccola taglia) e fermi restando i limiti massimi di ingombro e di sporgenza che abbiamo descritto al paragrafo precedente per gli oggetti.
Il Codice della strada intende per orario notturno quello che va da mezz’ora dopo il tramonto del sole a mezz’ora prima del suo sorgere. In questo arco di tempo, il ciclista che circola fuori dai centri abitati deve indossare il giubbotto, o le «bretelle retroriflettenti», di colore giallo, arancione, rosso o giallo-verde, ma comunque «ad alta visibilità»: sono gli stessi dispositivi di protezione individuale (Dpi) previsti dall’art. 162 del Codice della strada per le segnalazioni di pericolo e i casi di emergenza dovuti a un veicolo fermo (come quando un conducente scende da un mezzo in avaria su una strada di notte); infatti il ciclista deve indossarli anche di giorno mentre percorre le gallerie, pure se sono illuminate.
La casa avanzata è una linea di arresto, posta in corrispondenza dei semafori più importanti, e situata in una posizione anteriore rispetto a quella degli altri veicoli (almeno tre metri), in modo da offrire un vantaggio di tempo al ciclista quando il segnale diventa verde, e garantirgli uno spazio riservato, utile per evitare l’esposizione ai gas di scarico dei veicoli a motore fermi al semaforo. È stata introdotta nel 2020 dal Decreto Rilancio ed è chiamata anche “scatola delle bici” (bike-box); può essere realizzata su tutte le strade con velocità consentita fino a 50 km/h, ma spetta ai Comuni decidere dove posizionarle.
Il casco in bicicletta non è obbligatorio in base al vigente Codice della strada, anche se vi sono diversi progetti di riforme per introdurlo, almeno per i minorenni, o gli under 14, o sotto i 12 anni. L’uso del casco è, comunque, fortemente consigliato a tutti i ciclisti – a partire dai bambini – per la sicurezza personale, in quanto protegge il cranio da traumi e lesioni in caso di urti, cadute e incidenti.
L’art. 68 del Codice della strada dispone che la bicicletta deve essere equipaggiata di:
La mancanza o l’inidoneità di uno qualsiasi di questi dispositivi è sanzionata con una multa da 26 a 102 euro, proprio come la violazione delle regole di circolazione. Non sono necessari, invece, gli indicatori di direzione (le cosiddette “frecce”).
Per altre informazioni sulle regole di guida delle bici leggi: “Ciclisti e biciclette: regole che non tutti sanno“. Se vuoi sapere che succede in caso di incidente in cui è coinvolta una bicicletta e il suo ciclista, leggi “Il ciclista ha sempre ragione?” e “Sinistro bicicletta: ultime sentenze“.
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