La plenaria dell’Europarlamento ha avallato la proposta della Commissione europea di terminare le vendite di auto nuove a benzina e diesel nel 2035.
L’emendamento sostenuto dal Ppe, che prevedeva una riduzione delle emissioni di CO2 del 90% invece che del 100%, non è stato approvato. L’ok dell’emiciclo alla posizione negoziale degli eurodeputati sugli standard di emissioni di CO2 è arrivato con 339 voti a favore, 249 contro e 24 astenuti. Approvato l’emendamento bipartisan ‘salva Motor Valley’ firmato da eurodeputati italiani di tutti gli schieramenti per prolungare la deroga alle regole Ue sugli standard di emissione della CO2 di cui già oggi beneficiano i produttori di nicchia.
La plenaria dell’Europarlamento ha dato l’ok al prolungamento dal 2030 fino al 2036 della deroga per i piccoli produttori di auto (da 1000 a 10mila l’anno) e furgoni (da 1000 a 22mila). L’emendamento era stato presentato con il chiaro obiettivo di salvaguardare la produzione di supercar nella motor valley dell’Emilia-Romagna
“Sono 70.000 i posti di lavoro a rischio nell’industria automotive, legata alla produzione di componenti che non serviranno per l’elettrico”. E’ il nuovo allarme lanciato dal direttore dell’Anfia Gianmarco Giorda dopo il via libera dell’Europarlamento allo stop alle vendite di auto nuove a benzina e diesel nel 2035. “L’elettrico a oggi non è in grado di compensare la perdita di posti di lavoro, non basta costruire colonnine di ricarica o altri componenti. Servono piuttosto azioni per portare in Italia pezzi di filiera legati alla produzione di batterie per le auto elettriche” spiega Giorda. Quanto all’idrogeno, “è una tecnologia, può essere un’opportunità, ma al momento è soltanto una nicchia”. “E’ una soluzione molto ideologica e poco realistica”. Così il viceministro allo Sviluppo Economico, GIlberto Pichetto, commenta la decisione. “L’Europa ha bocciato la proposta di ridurre il divieto dal 100% al 90%. E’ difficile immaginare come sarà il 2035. Continuo a non immaginare il Gran Premio di Monza senza il rombo del motore delle auto in pista”, osserva Pichetto.”Bisognava ridurre le emissioni in modo graduale tenendo conto della realtà che stiamo vivendo: il mercato è in forte calo, continua a svilupparsi la ricerca per motori endotermici sempre meno inquinanti e sono necessarie misure sociali per tutelare i lavoratori interessati alla transizione”. “Un durissimo colpo per il settore automotive: il voto del Parlamento Europeo che mette al bando i motori termici dal 2035 ribadisce un’impostazione ideologica a favore dell’elettrico e pone in serio rischio la filiera dell’auto italiana e continentale. Una scelta, quella dei parlamentari europei, che non prende in considerazione un comparto produttivo fondamentale e strategico per le economie europee e che mette in serio pericolo, come evidenzia Anfia e come ribadiamo da tempo, 70 mila posti di lavoro”. E’ quanto sostiene Giorgio Marsiaj, presidente dell’Unione Industriali di Torino. “Il doveroso e condivisibile rispetto per l’ambiente – osserva – non può e non deve compromettere il futuro dell’automotive: la totale e troppo affrettata eliminazione dei motori endotermici, anche con carburanti alternativi, è un modo preconcetto di affrontare la questione, come ha recentemente ribadito anche il Ministro dello Sviluppo Economico, Giancarlo Giorgetti. Ci uniamo all’appello del comparto affinché gli altri Organismi comunitari che devono ancora esprimersi si rendano conto che non è questa la strada della ragionevolezza”.
Crispiano, Forum Ambiente e Emergenza Energetica e Alimentare. ANCRI: “Serve approccio pragmatico e meno burocratico”
Palermo, in ripresa il mercato dell’auto: immatricolazioni in crescita dell’11,8%
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La sopravvenuta crisi energetica e alimentare, causata dai drammatici scenari di guerra in corso ai confini dell’Europa e l’esigenza di un approccio pragmatico e meno burocratico dell’ambiente. Sono questi i temi affrontati nel corso del Forum organizzato dalla Presidenza dell’ANCRI e dal Comune di Crispiano (TA) per celebrare la “Giornata Mondiale dell’Ambiente”.
I lavori sono stati aperti con l’Inno di Mameli. Per il prefetto Tagliente, moderatore dei lavori, è stata l’occasione per ricordare che l’inno nazionale non è una canzonetta e va intonato nella versione originale, possente e dinamica di canto di popolo e che durante l’esecuzione si assume la posizione eretta con le braccia distese lungo i fianchi.
A seguire, per confrontarsi e approfondire la tematica della emergenza energetica e alimentare sono intervenuti rappresentanti delle istituzioni italiane ed europee, del mondo dell’economia, della cultura e delle scienze comportamentali.
L’ing Paolo Ghezzi, delegato ANCRI alla protezione civile e all’Ambiente, nella sua relazione introduttiva ha chiarito che “La sensazione di fragilità che caratterizza questi ultimi mesi, sembra aver velocemente modificato le priorità e le strategie europee, ed italiane, sul tema energetico ed alimentare nonché i rapporti che ne caratterizzano lo sviluppo con la tutela ambientale. Diventano prioritari, obiettivi che, almeno negli intenti, erano già al centro del dibattito politico mondiale e degli obiettivi dell’agenda di sostenibilità 2030. Ad imprimere un vero cambio di passo sono stati i primi mesi di conflitto tra Russia e Ucraina. Non sono bastati gli oltre 50 milioni di persone che sul pianeta si sono mossi nel 2021 per emergenze climatiche o conflitti; non sono stati sufficienti i 155 milioni di persone che nel 2020 hanno vissuto in stato di insicurezza alimentare acuta; non sono stati sufficienti i 2.2 miliardi di persone che non hanno accesso all’acqua. Diventa così impellente rispettare le strategie di produzione di energia primaria da Fonti rinnovabili semplificando le procedure burocratiche che costituiscono un ostacolo allo sviluppo del nostro paese rendendolo poco attrattivo agli investimenti esteri. Diventa attuale il dibattito tra equilibrio di salvaguardia ambientale e di lotta al cambiamento climatico con la necessità di maggiore autosufficienza alimentare e riduzione della dipendenza da mercati esteri e da un sistema globale. Appare ineludibile un impegno finanziario europeo per garantire una rapida riduzione della dipendenza da mercati esteri e da un sistema globale. Aver promosso questo momento di confronto è senz’altro un merito importante di ANCRI che continua nella sua opera di divulgazione e sensibilizzazione per un approccio obiettivo a tematiche che tanto influiscono sulla qualità della vita delle persone.
Il responsabile e portavoce del parlamento europeo in Italia, Carlo Corazza ha detto che “L’Unione Europea, come ha chiesto il Parlamento Europeo, deve puntare attraverso la Strategia Repower con più fondi, con almeno 250 miliardi di euro, su più rinnovabili eliminando ostacoli burocratici, più risparmio energetico e più infrastrutture che ci consentano di diversificare il gas. Il Parlamento Europeo continuerà a spingere in questa direzione ma è evidente che dobbiamo adattare il Greenville alla nuova situazione e alla nostra sicurezza energetica. Sulla sicurezza alimentare vediamo le conseguenze del blocco navale russo, e anche qui dobbiamo adattare le nostre politiche di investimenti, la strategia dal produttore al consumatore, al nuovo scenario. Bisogna utilizzare il più possibile il suolo europeo, non limitare la produzione e alcuni obiettivi ambientali vanno adattati alla luce della crisi alimentare che non è una crisi alimentare europea ma una crisi alimentare mondiale che rischia di provocare nei paesi più fragili, penso all’Africa, anche dei flussi migratori incontrollati Quindi in sintesi più investimenti sia sull’sull’energia che sull’agricoltura e riadattare i fondi NextGenerationEU, i fondi del bilancio europeo, molto pragmatismo avendo in primo piano queste nuove priorità”
“La nuova attenzione alla sicurezza energetica, soprattutto nell’Unione Europea” – ha dichiarato il Presidente dell’Ispra e del Snpa, Prefetto Stefano Laporta – “sta innescando uno slancio politico senza precedenti verso l’accelerazione dell’efficienza energetica e delle fonti rinnovabili. La crescita delle rinnovabili anche oltre il 2023 dipenderà dall’introduzione e dall’attuazione di nuove e più incisive politiche a livello europeo nei prossimi sei mesi. L’altra grande sfida che attende noi e l’intero Pianeta è quella della sicurezza alimentare; una prima strategia per incrementarla è dare priorità alla produzione di alimenti invece che ad altro tipo di produzioni, una seconda è quella di minimizzare o ridurre il consumo di suolo, risorsa fondamentale per le sue funzioni e i relativi servizi ecosistemici che offre, tra cui quello della fornitura di alimenti”
Il Generale del disciolto Corpo forestale dello Stato (r) Giacomo Saragosa ha parlato delle molteplici funzioni dei boschi che oltre ad essere un serbatoio di accumulo di anidride carbonica, sono uno strumento per rallentare l’aumento della concentrazione di CO2 in atmosfera e si configurano come strumenti di mitigazione delle emissioni e un modificatore di clima locale. “I boschi -ha sintetizzato il generale Saragosa “vanno gestiti con un’ottica molto attenta che non può essere la cristallizzazione delle situazioni, ma una integrazione continua e variabile con le nostre esigenze”
Il Generale dei Carabinieri Forestali Giuseppe Vadalà, Commissario Unico per la bonifica delle discariche abusive affrontando i temi legati alla tutela dell’ambiente e del territorio ha detto che “Nel febbraio del 2022 è stata completata l’architettura di tutela dell’ambiente del nostro Paese con l’introduzione dei principi e dei valori nella Costituzione italiana. Nel dettato Costituzionale erano presenti ad oggi i principi dell’art. 9 e 32 e 41 e 44, nel 2001 era stato introdotto un principio di parziale e indiretta tutela, che sino ad oggi hanno consentito al nostro Paese di attuare grazie anche alla UE politiche ambientali virtuose e ambiziose. Da oggi con i valori introdotti in modo diretto a tutela delle generazioni future, il nostro Paese si pone all’avanguardia in Europa e nel mondo per la realizzazione di valori, opere e principi sostenibili non solo da punto di vista ambientale ma anche economico e sociale”.
“La protezione dell’ambiente – ha detto il prof Guido Melis storico dell’Amministrazione- affonda le sue radici nella intuizione dell’età giolittiana con leggi scritte con chiarezza, da un legislatore consapevole, che hanno retto nel tempo e hanno poi prodotto sviluppi apprezzabili sino ad anni relativamente recenti. Queste norme virtuose si sono poi completate con una dettagliata normazione minore che mira essenzialmente a proteggere l’amministrazione dal rischio dell’esercizio della sua specifica responsabilità. La cattiva normazione ha una deresponsabilizzazione degli attori amministrativi. Di qui il ginepraio che incombe sui cittadini. Devi abbattere un albero in zona panoramica protetta perché parte di un parco naturale? Dovrai impostare tre distinte e complesse pratiche, per esempio presso la competente soprintendenza ambientale, l’Ente parco, il Comune. Ti misurerai con il labirinto della modulistica, che ti impone, contra legem, di ripetere dati e informazioni già noti alla amministrazione. Infine avrai a che fare con tre legislazioni di settore e con tempistiche diverse e con spese, valutabili in tempo e denaro, non indifferenti. Che fare? Formare funzionari non meri applicatori di norme ma capaci di rapportare la norma al caso. Dotati di fantasia e capacità di innovazione a contatto umano con gli utenti. E tutelarli dall’immancabile ricorso che segue oggi qualunque loro decisione. E retribuirli secondo meriti e risultati. Farne degli esseri pensanti, raziocinanti, consapevoli e responsabili. Ecco, per dirla in una battuta: costruire una burocrazia della responsabilità”
Il presidente nazionale dell’ANCRI Tommaso Bove, dopo ave evidenziato il particolare attenzione dell’ANCRI a promuovere un dibattito sui temi dell’ambiente – inserito peraltro tra le finalità statutarie dell’Associazione – ha ricordato la Giornata Mondiale dell’Ambiente 2019 celebrata al Dipartimento della Protezione Civile, quella del 2020 sul tema dei cambiamenti climatici, e quella del 2021 sul ruolo strategico che assumono il verde pubblico e quello privato nelle strategie europee contro il cambiamento climatico. Tutti temi strategici e da pianificare per ottenere un risultato a medio termine.
Il coordinatore del comitato scientifico della “Rete dei Comuni Sostenibili Marco Filippeschi parlando dell’impegno per la creazione di Comunità̀ Energetiche Rinnovabili per autoconsumo collettivo ha detto che “si deve e si può fare un vero salto di qualità impegnando i consumatori d’energia enti pubblici locali, aziende, attività commerciali o cittadini privati, ad associarsi e a scegliere di dotarsi di infrastrutture per la produzione di energia da fonti rinnovabili e l’autoconsumo attraverso un modello basato sulla condivisione. Così si promuove lo sviluppo sostenibile e si può ridurre la dipendenza energetica dal sistema elettrico nazionale. Le comunità energetiche vanno oltre la soddisfazione del fabbisogno energetico. Incentivano la nascita di nuovi modelli socioeconomici caratterizzati dalla circolarità. Ciò secondo i principi di responsabilità ambientale, sociale ed economica e con la partecipazione attiva in tutti i processi energetici. È anche un cambio di cultura collettiva che siamo impegnati a stimolare e a sostenere con esempi concreti”
Il consigliere delegato di Filiera Italia Luigi Scordamaglia, affrontando il tema della emergenza alimentare e dell’allarmante aumento della disuguaglianza alimentare che sta scaturendo dalla guerra in Ucraina ha detto che “il settore agro-alimentare è un settore la cui valenza geopolitica viene riaffermata soprattutto durante le situazioni di crisi. La guerra e le conseguenti tensioni sul mercato globale soprattutto dei cereali hanno accentuato una situazione già difficile in cui la sicurezza alimentare globale era messa in forse da un calo produttivo legato a crisi climatiche e dal blocco della logistica globale legata al covid’. I principali blocchi geografici mondiali hanno compreso da tempo la valenza politica del controllo del cibo. Primo tra tutti l’esempio cinese avendo questo paese stoccato ancor prima dello scoppio del conflitto il 60% della produzione globale di cereali ed investito 7 miliardi di dollari in Algeria per la produzione di 5 milioni di tonnellate all’anno di fertilizzanti con cui controllare il futuro dell’alimentazione in Africa. All’opposto l’Europa è stata poco lungimirante pensando di poter smantellare la propria produzione agroalimentare così come quella energetica e diventando dipendente di elementi strategici come energia e cibo da paesi molto lontani e che stanno prontamente utilizzando tali strumenti come armi di condizionamento. La sovranità alimentare torna centrale non come nostalgia autarchica ma come risposta ad una crisi della globalizzazione che certamente riprenderà come modello di sviluppo ma con regole nuove ed in cui un livello minimo di autoapprovvigionamento per beni essenziali come energia e cibo dovrà essere garantito. Tutto ciò è particolarmente vero per un Paese come l’Italia la cui valenza dell’agro alimentare è centrale e strategica come dimostrano i 575 miliardi generati dal settore inteso integralmente dalla produzione agricola alla ristorazione.
Lo Psichiatra neuroscienziato Pietro Pietrini affrontando il tema delle sofferenze derivanti da un eccesso di burocrazia e del ruolo dell’ambiente per il benessere psico-fisico dell’individuo ha ribadito come biologia e ambiente siano due aspetti inscindibili, in intima interconnessione tra di loro. Per lungo tempo la storia della scienza ha visto contrapporsi, con alterna fortuna, il ruolo della biologia – fino all’estremizzazione del determinismo più radicale – a quello dell’ambiente, con l’attribuzione dell’intera responsabilità alla società. Le conoscenze apportate dagli studi delle neuroscienze cognitive e della genetica comportamentale negli ultimi venti anni dimostrano come fattori biologici ed aspetti ambientali siano in cosante rapporto, in un dialogo bidirezionale dove gli uni influenzano gli altri. Questo ci obbliga a considerare le grandi questioni in modo unitario e complesso.”
Il Prefetto Francesco Tagliente ha chiuso i lavori dicendo “ che La guerra in Ucraina e le conseguenti tensioni sul mercato globale soprattutto dell’energia e dei cereali ha fatto saltare tutte le previsioni e gli equilibri internazionali, modificando velocemente scenari consolidati. La sopravvenuta crisi energetica e alimentare, richiede più investimenti con un approccio pragmatico e meno burocratico sull’ambiente, tenendo presente che va garantito, con ogni mezzo, un livello minimo di autoapprovvigionamento per beni essenziali come energia e cibo. Di fronte alle necessità di autosufficienza per bisogni primari e alimentari, sono auspicabili quindi una rivisitazione dei vincoli paesaggistici e ambientali e allentamenti dei vincoli alla coltivazione di cereali che, anzi, dovrebbe essere incentivata. Diventa perciò una possibilità concreta il rinvio dei progetti di trasformazione in aree boschive improduttive di alcuni terreni oggi vocati alla produzione agricola. Vanno ripensati i vincoli per lo sviluppo del fotovoltaico e delle fonti rinnovabili e si rimette al centro dell’azione politica la necessità di favorire la ricerca di gas naturale e altre fonti energetiche.”
Il Sindaco di Crispiano Luca Lopomo ha detto che “Il protagonismo dei Comuni in questa fase storica è essenziale per la trasformazione del paese e per affrontare le gravi crisi che stiamo vivendo. Ma per non fallire questo appuntamento con la storia serve un approccio sistemico e pragmatico. È fondamentale una precisa pianificazione che parta dall’analisi del proprio territorio sulla base di parametri oggettivi e numerici. Per questa ragione Crispiano è stato il primo comune ad aderire in Puglia alla Rete dei Comuni Sostenibili, un’organizzazione che nasce per dare ai comuni il supporto necessario per rendersi misurabili rispetto agli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’agenda 2030 e del BES. Abbiamo compreso durante la pandemia quanto il lavoro di squadra e di rete sia indispensabile per superare i momenti di crisi, ed è con questo approccio che insieme alle associazioni le imprese le parrocchie i cittadini tutti dobbiamo affrontare il futuro che abbiamo davanti. Comunità energetiche, reddito energetico, riciclo delle materie efficientamento degli edifici pubblici e privati, mobilità sostenibile, sono le sfide che abbiamo già iniziato ad affrontare. Il PNNR è una grande opportunità ma da sola non basta, seve un cambio di marcia soprattutto riguardo a semplificazioni e monitoraggio degli investimenti. Non posso non rammaricarmi per lo stallo in cui versano tante richieste di investimenti in agrovoltaico sul nostro territorio ad opera della sovrintendenza o della grande opportunità che rappresenta la riqualificazione energetica della cava Amastuola 132 ettari che possono essere destinati alla produzione di energia rinnovabile con fotovoltaico e idrogeno verde, rinnovo pertanto ai commissari di Ilva in amministrazione straordinaria l’appello affinché si dia seguito allanalisi dei progetti per rendere quella cava un polo di produzione di energia rinnovabile, se non ora quando!!”
Centrali idrovore ed impianti idraulici d’Italia si illumineranno del tricolore nazionale questa sera alle ore 22.00, mentre a San Donà di Piave, nel veneziano, riecheggeranno le note dell’Inno di Mameli in piazza Indipendenza (diretta streaming: www.facebook.com/AnbiVeneto): sarà questo significativo momento a anticipare l’inaugurazione della 5° edizione di “Terrevolute – Festival della Bonifica” prevista per domani mattina.
L’iniziativa (promossa da ANBI, ANBI Veneto ed Università degli Studi di Padova) proseguirà fino a domenica 29 Maggio con incontri, convegni, spettacoli, concerti, visite guidate e mostre, dedicati al rapporto tra uomo, acqua e territorio. Con “Terrevolute100” si celebra quest’anno il Centenario del Congresso Regionale delle Bonifiche Venete, che proprio a San Donà di Piave, nel Marzo del 1922, pose le basi della moderna Bonifica italiana, definita “integrale”, perché unisce gli aspetti della sicurezza idraulica alla gestione irrigua e che disegnò il territorio italiano così come ancora oggi lo conosciamo.
Il Festival (www.festivalbonifica.it) è patrocinato da Ministero della Transizione Ecologica, Ministero dell’Agricoltura, Regione del Veneto , ANCI Veneto, Comune di San Donà di Piave, Conferenza Sindaci delle Venezia Orientale, Coldiretti, Cia e Confagricoltura.
“L’appuntamento sandonatese di quest’anno – sottolinea Francesco Vincenzi, Presidente di ANBI – assume una valenza nazionale non solo come momento celebrativo di un significativo evento storico, ma come tappa fondamentale per indicare gli obbiettivi della Bonifica contemporanea, grazie al lavoro di 23 Dipartimenti di 15 Università italiane e che vedrà suggello ufficiale all’annuale Assemblea dei Consorzi di bonifica ed irrigazione, prevista a Roma, ad inizio Luglio.”
Momento centrale del Festival sarà infatti il grande simposio, che si articolerà tra giovedì e venerdì in piazza Indipendenza, dal titolo “Consorzi di bonifica e sviluppo sostenibile. Itinerari e azioni per il raggiungimento degli Obiettivi dell’Agenda 2030” e che vedrà il coinvolgimento di rappresentanti di Istituzioni, Università e società civile. Si parlerà di sostenibilità e gestione del territorio, declinando le sessioni sulla base dei “goal” indicati dall’ONU; i panel di discussione saranno trasmessi in diretta streaming su www.facebook.com/AnbiVeneto.
“La nostra è una grande scommessa, che viviamo quotidianamente sui territori: coniugare l’esperienza, che ci deriva dalla storia, alle sfide del nostro tempo, dando loro risposte concrete come dimostrano il sistema irriguo Irriframe, la certificazione di sostenibilità idrica Goccia Verde e l’ormai prossimo Piano Laghetti multifunzionali” precisa Massimo Gargano, Direttore Generale dell’Associazione Nazionale dei Consorzi per la Gestione e la Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue (ANBI).
“Oggi siamo all’inizio di una nuova fase: quella della Bonifica per la sostenibilità” indica Elisabetta Novello, coordinatrice del Comitato Scientifico di “Terrevolute” – Portare il simposio e quindi la scienza in piazza è nel DNA dell’Università, ma anche dei Consorzi di bonifica, che hanno il loro fondamento nei principi di autogoverno e sussidiarietà.”
“Ieri le attenzioni si concentravano su esigenze vitali per l’uomo, quali la necessità di abitare e lavorare in terre salubri e coltivabili – aggiunge Francesco Cazzaro, Presidente di ANBI Veneto – Oggi, a questo obbiettivo si affianca la necessità di preservare l’equilibrio tra attività umane e natura, nel segno di una sostenibilità ambientale, sociale ed economica.”
“Il legame fra due ricorrenze, cioè il centenario del Congresso Regionale delle Bonifiche Venete e gli 800 anni dell’Università di Padova, si concretizza in una manifestazione, che dimostra ancora una volta come Ateneo e territorio non solo possano, ma debbano interagire e collaborare per l’avanzamento della conoscenza e della società. Il coinvolgimento di enti territoriali, amministratori locali e ricercatori, in eventi offerti a pubblici diversi, rappresenta un chiaro esempio della terza missione universitaria” spiega Paolo Sambo, Prorettore alle Politiche per le Sedi Decentrate dell’Università di Padova.
Nelle serate di Festival, il centro di San Donà di Piave sarà animato da un cartellone di spettacoli, curato dal direttore artistico, Andrea Pennacchi: tra gli altri, ci saranno Ale e Franz (sabato 28 Maggio) e Valerio Aprea (venerdì 27 Maggio); lo stesso Pennacchi interpreterà, domenica 29 Maggio, un monologo scritto appositamente per il Festival e che ripercorrerà alcuni momenti della vita di Silvio Trentin, tra i principali protagonisti del Congresso di San Donà di Piave nel 1922.
Anche quest’anno “Terrevolute – Festival della Bonifica” si avvale del sostegno di Crédit Agricole–FriulAdria nel quadro della collaborazione strategica con ANBI Veneto, finalizzata a promuovere la green economy: la banca, infatti, ha legato il proprio nome allo studio sul sistema delle risorgive (in fase di completamento) ed al “Contamination Lab”, il laboratorio di idee innovative, organizzato dall’Università di Padova e da cui ha preso forma il progetto “Irribanc” per l’efficientamento dell’acqua in agricoltura.
Anche la sede del Consorzio di Bonifica Litorale Nord, di Roma, nell’ambito del programma del “Festival della Bonifica” organizzato in occasione del Centenario della Bonifica, questa sera, alle ore 22.00, aderirà tramite la piattaforma Zoom all’evento “Idrovore Tricolori” nel contesto di Terrevolute 100. L’evento verrà trasmesso su un maxischermo in Piazza Indipendenza a San Donà di Piave, cuore del “Festival della Bonifica”, che inizierà domani per concludersi domenica prossima. “Abbiamo voluto rispondere presente a questo anticipo delle iniziative che prenderanno il via in Veneto domani – ha commentato il Presidente dell’Ente capitolino, Niccolò Sacchetti – che rappresenta un modo per unire tutte le strutture italiane per una ricorrenza particolare e molto sentita.”
L’impianto che verrà illuminato con le luci del tricolore sarà quello di Focene che è anche sede di Anbi Lazio. “Nella nostra regione – ha detto Sonia Ricci, Presidente di Anbi Lazio – Anbi sta cambiando la propria attività di cerniera tra Enti e cittadini-consorziati. Anche queste iniziative aiutano a comprendere la storicità che i Consorzi di Bonifica conservano e l’importanza ed il pregio delle proprie strutture.”
Hannibal o Annibale, condottiero cartaginesefamosoper la traversata dei Pirenei e delle Alpi con gli elefanti verso Roma: l’omonimo campo anticiclonico percorre la stessa strada e per questo prende il nome del condottiero ‘tunisino’, la lettera A di Annibale indica anche la prima forte ondata di caldo del 2022.
In queste ore, infatti, dalla Tunisia e dall’Algeria correnti calde si dirigono verso l’Italia passando anche su Spagna e Francia con valori termici elevati: siamo già 8 gradi oltre la media del periodo ed il picco del caldo africano è atteso martedì prossimo.
Arriveremo ben oltre i 32-33°C soprattutto sul Nord Italia, ma il caldo si espanderà durante il weekend anche verso le regioni centro-meridionali.
Se fossimo stati in agosto, quando i mari sono già caldi, con questa configurazione avremmo toccato i 37-39°C.
In questo momento ci salva il bacino del Mediterraneo che ha l’acqua ancora fresca, intorno ai 20-22°C: questa riserva di fresco ci proteggerà in parte da questa ondata di caldo influendo sulle correnti nordafricane in transito sul Mare Nostrum.La configurazione sinottica che spiega l’anomala e precoce risalita di Hannibal vede il rapido approfondimento del Ciclone d’Islanda fino ad un minimo di 990 hPa, tale bassa pressione porta maltempo verso le Isole Britanniche e risucchia correnti calde dal Nord Africa verso l’Italia: una configurazione che rimarrà bloccata almeno fino alla prossimasettimana con il dominio di Hannibal sul Centro Europa.
Antonio Sanò, direttore e fondatore del sito iLMeteo.it, prevede sull’Italia il rinforzo della ‘Gobba del Cammello’, come viene simpaticamente chiamato l’Anticiclone Africano, con un’estensione verso Nord a sfiorare Danimarca e Polonia: per l’esattezza avendo ilcammello due gobbe sarebbe meglio indicare l’Anticiclone Africano come ‘Gobba delDromedario’. Al di là dell’animale con la gobba, questo promontorio anticiclonico causerà un’ondata di caldo eccezionale per il periodo in Italia: siamo infatti ancora a metà Maggio e si toccheranno temperature massime tipiche di luglio.Solo nelweekend sono attesi brevi momenti di refrigerio pomeridiano sulle Alpi e localmente sulla Pianura Padana, con temporali a macchia di leopardo, proprio come avviene in piena estate. Tante analogie con luglio, Annibale sta attraversando i Pirenei e punta le Alpi, questa volta invece degli elefanti ha tanti dromedari, la gobba dell’anticiclone africano porterà condizioni molto afose già a metà maggio.
Venerdì 13 Al Nord: sole e caldo estivo, ma con temporali pomeridiani sulle Alpi del Triveneto. Al Centro: bel tempo, caldo. Al Sud: sereno o cielo poco nuvoloso.
Sabato 14.Al Nord: subito rovesci su Lombardia eTriveneto, migliora dal pomeriggio. Al Centro: bel tempo, caldo. Al Sud: bel tempo, caldo.
Domenica 15.Al Nord: sole e caldo estivo, ma con isolati temporali dalle Alpi verso le pianure adiacenti, più probabili al Nord-Ovest. Al Centro: bel tempo, caldo, isolati temporali su rilievi abruzzesi. Al Sud: bel tempo, caldo.Tendenza. Dominio dell’Anticiclone Hannibal, l’altapressione nordafricana porterà un ulteriore aumento delle temperature con condizioni in prevalenza soleggiate almeno fino a metà settimana.
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