Firenze, il Poderaccio 2 anni dopo lo sgombero: una valanga di rifiuti e carcasse d’auto - CorriereFiorentino.it

2022-05-13 19:37:32 By : Mr. Peter Zhang

Non sembra nemmeno di essere a Firenze. Il panorama è da contesto post-atomico. Via del Poderaccio, Isolotto . Qua, nell’agosto 2020, è stato smantellato dopo trentadue anni il villaggio rom . Un luogo nato come campo sosta per nomadi, durante il primo esodo jugoslavo, e poi nel 2004 adibito da Palazzo Vecchio come residenza fissa , con moduli abitativi in legno. In quello che era il «mondo» di 470 persone di varia nazionalità, ora regna il caos, tra tonnellate di masserizie. Lamiere, auto, frigoriferi, materassi, mobili, carrelli della spesa, tubazioni, bidoni, elettrodomestici. Spazzatura ovunque.

Già a partire dall’esterno, ai bordi della strada, invasa da lavandini, sedie, montagne di scarpe e sacchi neri, un pulmino divorato dalla ruggine. Soltanto a pensare di smistarli c’è da sentirsi male: una discarica. E dire che a febbraio il Comune aveva annunciato la ricerca di 20 milioni di euro di risorse per il nuovo polmone verde della città, il parco Florentia . Il Poderaccio è compreso nel progetto, ma tra l’attuale realtà e i rendering c’è di mezzo l’oceano Atlantico. Il perimetro è stato sigillato da recinzioni che trattengono l’immondizia a valanga dalla collina. Un «manto» di auto in bilico, roulotte, copertoni, divani. Un corridoio consente l’ingresso, tra la vegetazione che pare una giungla. A fine 2020, avevamo già effettuato un sopralluogo. Trovammo operai di Alia e un dipendente della direzione ambiente, oltre a due camion, alcuni enormi porter, dei macchinari «ragno» e una ruspa. Fu fatta un’indagine, per capire se fossero presenti materiali come l’amianto, e poi un’ipotesi di preventivo. «Ma poi non abbiamo avuto l’incarico», dicono da Alia. Così tutto è rimasto uguale: «Interveniamo solo sull’area esterna, dove facciamo carichi massicci di rifiuti . Dopo 3-4 giorni, però, la situazione torna come prima».

Al Poderaccio sono spariti i gatti che avevano colonizzato la boscaglia. Di persone però se ne vedono ancora. Ai piedi del campo c’è un punto ristoro molto battuto. Dentro l’ex villaggio, un paio di uomini si aggirano forse alla ricerca di metalli: qua sono spariti pure i tombini delle fognature. Restano invece gli scheletri delle 72 casine, tra cartongesso a pezzi e lana di roccia. Mirko Dormentoni, presidente di Q4, non nasconde le difficoltà: «Vengono scaricati rifiuti da varie lavorazioni illecite. Sono stati fatti tanti interventi di pulizia, ma è una battaglia quasi impossibile». Nonostante l’uso delle foto trappole: «Che vengono periodicamente installate, ma l’area è enorme e attraversata da strade pubbliche che non possono essere chiuse». Entro dicembre 2023, con i fondi del React, dovrebbe essere finalmente bonificata l’area: «Ci sono 1,5 milioni di euro per la sistemazione . Va dato l’incarico sulla base di una progettazione ad hoc», spiega Dormentoni. Nel frattempo, il degrado penalizza attività come la vicina Accademia cinofila fiorentina: «Abbiamo chiesto da tempo telecamere fisse».

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