Il Filo – notizie dal Mugello » MUGELLO NELL’ORTO – Orto e balconi fioriti. Che faccio, annaffio?

2022-09-09 18:07:39 By : Ms. Doris Ye

BORGO SAN LORENZO – La classe 3^ L dell’agrario del “Giotto Ulivi”, durante le ore di “biotecnologie”, con la professoressa Giulia Finocchi, ha affrontato i temi dell’irrigazione e della concimazione.

E ne è venuto fuori un articolo, con l’insegnante che ha posto le domande e i ragazzi che a gruppi hanno lavorato per dare le risposte. uno di loro, Manuel Papaleo, per illustrare l’articolo, ha fatto anche una straordinaria cavalletta con il Lego.

Ecco qui l’articolo, strutturato come una lista di FAQ, sicuramente utilissimo per tutti coloro che in questo calda stagione sono alle prese con orti, giardini e balconi fioriti.

L’irrigazione è una tecnica agronomica usata per somministrare artificialmente acqua alle piante quando quella proveniente dalle precipitazioni non è sufficiente, cioè è costantemente inferiore all’evapotraspirazione. La fertirrigazione consiste nella distribuzione di fertilizzante, sostanze nutritive, attraverso l’acqua d’irrigazione. I principali tipi di irrigazione: per aspersione: consiste nella caduta dell’acqua sul terreno e sulle colture dall’alto sotto forma di piccole goccioline, come quando in casa usiamo l’annaffiatoio. per scorrimento: l’acqua viene fatta scorrere su tutta la superficie del terreno in maniera che si infiltri lentamente. Il terreno deve avere una leggera pendenza. per infiltrazione laterale: Il terreno è organizzato in una rete di canaletti superficiali nel mezzo alle file delle colture. I canaletti vengono riempiti d’acqua così che l’acqua si infiltra lentamente nel terreno senza però entrare a contatto con il colletto della pianta. per sommersione: prevede la permanenza sul terreno per periodi più o meno lunghi di una lamina d’acqua. microirrigazione o irrigazione a goccia: è un metodo che somministra lentamente acqua alle piante direttamente vicino alla radice, evitando che vengano bagnati il colletto, le foglie, i fiori e i frutti.La quantità di acqua utilizzata è minore rispetto ai metodi precedenti perché l’acqua circola dentro a tubi fino ad arrivare nelle prossimità della pianta e viene mantenuta umida solamente la zona dell’apparato radicale.

La pianta utilizza le radici per assorbire acqua e nutrienti in quantità diversa in base al proprio stato fisiologico e di crescita, quindi in base a quello cambia il bisogno di essere fertilizzata.

Gli elementi nutritivi si suddividono in macroelementi, necessari alle piante in grandi quantità. Se volete che le piante diventino grandi e rigogliose avrete bisogno di un concime con alto titolo di azoto, se volete che aumenti la quantità di fiori e frutti è importante che anche la quantità di fosforo e potassio sia un po’ alta. I concimi per le piante da orto generalmente contengono solo questi elementi (azoto, fosforo e potassio) in grandi quantità (alto titolo). microelementi, necessari alle piante in piccole quantità. Mentre i macronutrienti sono gli stessi per tutte le piante, i fabbisogni di microelementi cambia di pianta in pianta, per questo esistono concimi specifici come ad esempio “concime per azalee”, “concime per ortensie”, etc… I concimi contenenti micronutrienti sono usati principalmente per piante ornamentali affinchè le fioriture siano più colorate e abbondanti.

Se la pianta sta soffrendo una carenza da micronutrienti mostrerà macchie necrotiche (morte), clorosi (le foglie ingialliscono), filloptosi (caduta precoce delle foglie), annerimento della parte apicale dei frutti, etc..

Bisogna rispettare le dosi e le tempistiche riportate sull’etichetta dei concimi per assicurarsi il benessere della pianta, per non causare danni o addirittura la morte di essa perché se la carenza dei nutrienti crea sintomi, anche l’eccesso può portare a sviluppi irregolari e impedire alla pianta di assorbire altri elementi. Non diluire il concime in maniera adeguata e somministrare alle piante concimi troppo concentrati può bruciarne l’apparato radicale e quindi la pianta avvizzisce e muore. Concimare troppo può inoltre creare inquinamento ambientale: il concime in eccesso invece che restare nel terreno verrà portato via dall’acqua e inquinerà le falde acquifere. 4. Ci sono momenti della giornata sconsigliati per irrigare o fertirrigare? E’ sconsigliato irrigare, o fertirrigare, nei momenti più caldi della giornata perché irrigando in quei momenti parte dell’acqua utilizzata evapora diventando così indisponibile per la pianta; l’acqua sugli organi della pianta, come le foglie, possono provocare danni come ustioni e bruciature o facilitare la diffusione di malattie. Evitare di irrigare sopra i fiori perché si possono sciupare. Attenzione alla temperatura dell’acqua: dare acqua troppo fredda o troppo calda può creare un shock termico alle radici.

La cavalletta in Lego creata da Manuel Papaleo

Vi spieghiamo alcuni semplici metodi, premettendo che la frequenza delle annaffiature in vaso dipende da diversi fattori quali temperatura, esposizione, umidità, grandezza del vaso ecc. La grandezza del vaso fa la differenza infatti per piante in vasi grandi sono consigliate irrigazioni meno frequenti ma più abbondanti mentre per le piante in vasi piccoli consigliamo annaffiature frequenti poiché l’evapotraspirazione è alta e la terra asciuga velocemente; in ogni caso è bene fare una prima annaffiatura breve, aspettare un minuto che l’acqua venga assorbita e poi annaffiare nuovamente così che tutta l’acqua venga trattenuta dal terriccio e non coli subito via. Per la seconda annaffiatura conta almeno fino a dieci perchè il terriccio sembrerà bagnato ma se vai poi a scavare con il dito ti accorgerai che lo strato inumidito è davvero superficiale. Anche troppa acqua fa male quindi un’accortezza potrebbe essere quella di aspettare ad annaffiare nuovamente finché il terriccio non risulta asciutto al tatto. L’appassimento delle foglie potrebbe essere un sintomo di mancanza di acqua.

I legami che si possono trovare fra l’acqua e le malattie delle piante sono molteplici poiché l’acqua agisce da vettore, favorendo la trasmissione e il trasporto di agenti infettivi come spore fungine e batteri; avvantaggia anche la crescita di agenti fungini, dato che si riproducono in ambiente umido. La carenza di acqua può essere la causa appassimento e avvizzimento; troppa acqua nei periodi freddi, invece, può provocare l’allessamento della pianta o spaccature.

Le malattie fungine delle piante sono malattie causate da funghi patogeni che si manifestano con sintomi rilevabili ad occhio nudo quando il clima è umido e le temperature sono superiori ai 15°C. I sintomi più comuni e facilmente osservabili sono: bolle sui lembi fogliari, decolorazione o cambiamenti di colore delle foglie, perdita precoce delle foglie, depositi polverosi biancastri o grigiastri sulle foglie o sui frutti, macchie brunastre e marciumi. Ogni fungo patogeno porta sintomatologie specifiche che permette di riconoscerli: le malattie più diffuse nelle piante da orto e da balcone sono l’oidio, riconoscibile perché le foglie vengono ricoperte da una patina bianca sulla pagina superiore; la peronospora, che causa una decolorazione delle pagine superiori delle foglie mentre le pagine inferiori presentano rigonfiamenti polverosi a causa dello sviluppo delle spore; la ruggine, le pagine superiori presentano macchie brunastre mentre nella pagina inferiore e sui gambi si sviluppano rigonfiamenti color ruggine, causati dalle spore del fungo.

Se l’anno passato hai avuto infestazioni fungine importanti, all’inizio della nuova stagione puoi fare trattamenti preventivi con zolfo e rame quando le caratteristiche ambientali iniziano a essere favorevoli allo sviluppo dei funghi; puoi asportare le foglie o le parti di pianta che presentano i sintomi stando attenti, al termine, a disinfettare le lame delle cesoie per non diffondere con esse l’agente patogeno. Se la pianta è colpita in maniera irreparabile posso sradicarla e allontanarla dall’orto o dal balcone per evitare che diffonda le spore facendo ammalare le piante vicine.

Gli agenti di malattia trasmessi tramite l’acqua, oltre ai funghi, sono i batteri (soltanto quelli che possiedono organi di movimento come ad esempio il flagello, una specie di coda). I virus, invece, si diffondono tramite insetti vettori, come le cimici, gli afidi o le cicaline che pungendo la foglia o il frutto li trasportano di pianta in pianta.

Classe 3L indirizzo agrario “Giotto Ulivi”

© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 11 giugno 2022

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