Istituti Tecnologici Superiori (ITS), cosa cambia: punti chiave e limiti della riforma - Agenda Digitale

2022-08-26 18:16:20 By : Mr. kevin wang

Arrivato dopo 11 anni, il DDL sull’Istituzione del Sistema terziario di istruzione tecnologica superiore punta a rendere la formazione terziaria professionalizzante più attrattiva e ad arricchire l’offerta in base alle esigenze del settore produttivo. Ecco cosa prevede e quale sarà il suo impatto

Università degli Studi di Torino

Il Disegno di Legge sull’Istituzione del Sistema terziario di istruzione tecnologica superiore, ormai è cosa nota, cambia la denominazione degli ITS: Istituti “Tecnologici” Superiori, e non più “Tecnici”.

Ma quali sono gli effetti di questa attesa riforma, come si articolerà e quali sono i dubbi che essa solleva?

Ricordiamo, innanzitutto, che gli ITS non devono essere confusi con gli ITIS, ovvero gli Istituti tecnici industriali statali, che sono scuole superiori di secondo grado e che il testo base approvato dalla Camera porta a livello legislativo una disciplina che oggi è in gran parte dettata a livello secondario dal DPCM 25 gennaio 2008 (Linee guida per la riorganizzazione del sistema IFTS e la costituzione degli ITS).

Il PNRR ha previsto un investimento straordinario sugli Istituti Tecnologici Superiori (1,5 miliardi fino al 2026) condizionato, però, all’adozione di un provvedimento di riforma dell’intero settore. Le risorse sono pari a oltre 48 milioni di euro annui a decorrere dal 2022 e vengono sostanzialmente confermati gli attuali criteri di attribuzione delle risorse basati su un sistema di valutazione elaborato in due Accordi del 2014 e del 2015.

Il DDL durante il lungo iter parlamentare ha assunto dimensioni importanti: 16 articoli, 82 commi, quasi ottomila parole e sono anche previsti ben 19 decreti applicativi.

La fase transitoria durerà tre anni.

ITS: perché sono strategici nella formazione delle competenze digitali

Il sistema degli ITS rappresenta un settore efficace in termini di qualità dell’offerta formativa e di occupabilità, come dimostrato dai dati del monitoraggio nazionale 2022, per cui su 5.280 diplomati, l’80% (4.218) ha trovato un’occupazione nel corso dell’anno 2021, nonostante le restrizioni e le difficoltà causate dalla pandemia.

Con l’obiettivo di potenziare tale sistema, in linea con le indicazioni del PNRR per l’Istruzione, il Parlamento è intervenuto per rendere la formazione terziaria professionalizzante più attrattiva per i giovani e per arricchire l’offerta anche in risposta alle esigenze del settore produttivo dei territori e delle nuove prospettive del mondo del lavoro e dell’economia.

Vediamo insieme cosa prevede la riforma ITS 2022 e come cambia il mondo della formazione professionalizzante.

L’art. 1 dispone che del sistema ITS costituiscono parte integrante gli ITS – ridenominati “Accademie per l’Istruzione Tecnica Superiore (ITS Academy)” -, deputati prioritariamente alla formazione professionalizzante di tecnici altamente specializzati.

Il termine anglofono di “accademia” potrebbe suggerire un rafforzamento della dimensione terziaria degli ITS, laddove però il richiamo all’academy anglosassone fa pensare a percorsi di formazione esclusivamente aziendale, rischiando di generare ulteriore confusione, continuando peraltro a mantenere l’attuale acronimo per sottolineare la continuità con l’attuale disciplina. Gli Istituti Tecnici Superiori divengono “Istituti Tecnologici Superiori”, ovvero ITS Academy, ed entrano a fare parte integrante del sistema terziario di Istruzione tecnologica superiore. Ogni ITS Academy farà riferimento a una delle specifiche aree tecnologiche che saranno definite per Decreto da adottare entro settembre 2022. L’offerta didattica sarà finalizzata alla formazione di elevate competenze nei settori strategici per lo sviluppo del Paese, coerentemente con l’offerta lavorativa dei rispettivi territori e in questi ambiti prioritari:

I compiti degli ITS Academy sono definiti dall’art. 2 e in particolare si declinano i seguenti scopi: diffusione della cultura scientifica e tecnologica; orientamento dei giovani verso le professioni tecniche e l’informazione alle loro famiglie; aggiornamento e formazione in servizio dei docenti di discipline scientifiche, tecnologiche e tecnico-professionali operanti nella scuola e nel sistema della formazione professionale; trasferimento tecnologico, soprattutto alle piccole e medie imprese.

La Riforma mette in chiaro che nel primo quinquennio di applicazione degli ITS Academy sarà prioritaria la formazione professionalizzante di tecnici superiori per soddisfare i fabbisogni formativi collegati alla realizzazione di piani di intervento previsti dal PNRR.

La legge istituisce presso il Ministero dell’istruzione, il Comitato nazionale ITS Academy per l’istruzione tecnologica superiore. Il Comitato nazionale ITS Academy è composto da 12 membri e si occupa delle linee generali di indirizzo dei piani triennali di programmazione delle attività formative adottati dalle Regioni; definisce le direttrici per il consolidamento, il potenziamento e lo sviluppo dell’offerta formativa e del Sistema terziario di istruzione tecnologica superiore; cura l’aggiornamento, con cadenza almeno triennale, delle aree tecnologiche e delle figure professionali per ciascuna area.

L’accesso agli ITS Academy avverrà sulla base di una selezione pubblica e richiederà il possesso di un diploma di istruzione secondaria di secondo grado o di un certificato di specializzazione tecnica superiore della durata di almeno 800 ore.

A conclusione dei percorsi formativi, si conseguirà, previa verifica e valutazione finale, rispettivamente il diploma di tecnico superiore di primo o di secondo livello: il diploma costituisce titolo valido per l’accesso ai pubblici concorsi.

Una importante novità: i diplomi di istruzione tecnica superiore di primo e di secondo livello costituiranno titolo per l’accesso ai concorsi per insegnante tecnico-pratico.

Cambia anche il sistema delle qualifiche, infatti la Riforma 2022 suddivide i percorsi formativi in due livelli, sulla base del quadro europeo delle qualifiche (European Qualification Framework – EQF):

La Riforma prevede l’aumento delle ore di tirocinio, infatti l’attività formativa sarà svolta per almeno il 60% del monte orario complessivo da docenti provenienti dal mondo del lavoro. Gli stage aziendali e i tirocini formativi, obbligatori almeno per il 35% del monte orario complessivo, potranno essere svolti anche all’estero e saranno adeguatamente sostenuti da borse di studio.

Per avviare un nuovo ITS Academy in una Provincia, come si legge nel testo della Riforma, sono necessari:

La riforma ITS stabilisce che i soggetti fondatori che partecipano alla costituzione delle fondazioni ITS Academy devono possedere una documentata esperienza nel campo dell’innovazione, acquisita soprattutto con la partecipazione a progetti nazionali e internazionali di formazione, ricerca e sviluppo.

Viene introdotto un sistema di accreditamento nazionale – iniziale e periodico – per gli ITS Academy, quale condizione per l’accesso ai finanziamenti, nonché, per l’abilitazione al rilascio dei diplomi: è un requisito nuovo, non previsto per gli attuali ITS ma previsto, ad esempio, per le università).

L’accreditamento durerà cinque anni ma potrà essere revocato qualora, per 3 anni consecutivi, una fondazione riceva un giudizio negativo da parte del sistema di monitoraggio e valutazione, riferito ad almeno il 50% dei corsi valutati in ciascuno degli anni del triennio precedente.

Verrà costituita presso l’INDIRE l’Anagrafe degli studenti iscritti ai percorsi degli ITS Academy secondo criteri e modalità da definire con un decreto del Ministro dell’istruzione, per la cui emanazione al momento non è previsto un termine.

Nei percorsi formativi degli ITS prestano la loro opera docenti, ricercatori ed esperti che saranno reclutati dalla fondazione ITS Academy, con contratto a norma (articolo 2222 del Codice Civile) almeno per il 50% scelti tra:

Il coinvolgimento dei docenti delle istituzioni scolastiche avviene a condizione che esso sia compatibile con l’orario di insegnamento e di servizio, nonché con l’assolvimento di tutte le attività inerenti alla funzione docente, senza ulteriori spese per lo Stato.

Previsto dalla Riforma anche il bonus ITS: si prevede che per le erogazioni liberali in denaro effettuate in favore delle fondazioni ITS Academy a partire dal periodo d’imposta 2022, spetta un credito d’imposta nella misura del 30%. Qualora l’erogazione sia effettuata in favore di fondazioni ITS Academy operanti nelle Province in cui il tasso di disoccupazione è superiore a quello medio nazionale, il credito d’imposta è pari al 60%.

E con la Riforma è stato anche previsto un apposito Fondo presso il Ministero dell’Istruzione. La dotazione del nuovo fondo è di 48.355.436 euro annui a decorrere dal 2022. Il fondo sarà rimpinguato ogni anno.

Con la riforma degli Istituti Tecnologici Superiori vengono costituite per la prima volta le “reti di coordinamento di settore e territoriali”, per condividere laboratori e favorire gemellaggi tra fondazioni di Regioni diverse, con l’obiettivo è definire delle misure per far conoscere queste realtà formative ai giovani e alle famiglie e per promuovere scambi di buone pratiche tra ITS Academy.

Tra i punti di debolezza c’è il timore che il modello di ITS Academy proposto corrisponda ad un percorso formativo al servizio di specifiche aziende e di territori con un sistema produttivo forte, ma non adeguato e coerente con le politiche di sviluppo tecnologico del Paese. Pur ispirata da paesi come Francia, Germania, Svizzera, la Riforma, risulta ad oggi evidente che da sola non per indurre una reale trasformazione delle dinamiche di formazione, di relazione con il mondo del lavoro e con il tessuto imprenditoriale, e soprattutto quel passaggio culturale che dentro e fuori dal mondo ITS dovrà avvenire per riconoscere alla formazione tecnica post diploma quella dignità che proprio nei Paesi citati è già ben radicata.

Un altro punto debole sembra essere quello relativo al personale docente: l’accesso alla professione di insegnante tecnico-pratico non mostra raccordi rispetto alle norme sul reclutamento attualmente in discussione in Parlamento. Inoltre, l’assunzione prevede contratti di prestazione d’opera, non garantendo pertanto stabilità a tecnici e docenti impegnati nei corsi ITS.

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