Milano, la ditta Goglio compie 100 anni: dai coni per i droghieri al packaging per Starbucks e Lavazza- Corriere.it

2022-03-03 06:01:40 By : Ms. Zeny chen

Oltre allo stabilimento storico di Milano si sono aggiunti luoghi di produzione dal Varesotto all’Olanda, dagli Stati Uniti alla Cina. Impiegati 1.800 dipendenti, giro d’affari di 352 milioni di euro nel 2020

Il fiume Olona, che scorreva attraverso il Parco Solari. I binari della cintura ferroviaria che, con la Milano-Vigevano e la linea fra Romolo e lo scalo Sempione, racchiudevano il quartiere. E tante industrie: dall’Ansaldo alla Bisleri. Era questo il panorama che Luigi Goglio vedeva dalle finestre del suo stabilimento, nel 1921. Oggi la vista è cambiata, ma la sua impresa, la «Goglio» è ancora lì: in via Solari 10 . Lo stabilimento milanese festeggia 100 anni e non è più solo: si sono aggiunti quelli di Daverio , nel Varesotto (dove la società oggi ha la sede principale), di Cadorago e a Zeccone e altri in Olanda, Stati Uniti e Cina. Oggi Goglio è una multinazionale leader nella produzione di macchine e soluzioni per il confezionamento, in particolare del caffè: tra i clienti annovera i principali torrefattori al mondo tra cui Lavazza e Starbucks . Ma il suo packaging flessibile trova applicazione anche nella cosmetica, nei detergenti, nel pet food. Il valore della produzione nel 2020 ha raggiunto i 352 milioni di euro.

Negli anni 20 in via Solari si confezionavano sacchetti e «coni» di carta per i droghieri. Oggi si producono oltre 500 milioni di «valvole di degasazione», un’invenzione brevettata nel 1969 e che ha cambiato la sorte dell’azienda. Come racconta Franco Goglio, 88 anni , trisnipote del fondatore Carlo, che nel 1850 aveva creato la prima società. Franco è oggi presidente e ad della multinazionale: memoria storica e suo futuro. Basta sentirlo parlare: «Per un’impresa non ci deve mai essere una frontiera nel migliorare. Nel mondo dell’imballaggio c’è ancora molto da esplorare. Pensiamo a quanto l’evoluzione dell’imballaggio sta dando in termini di lotta allo spreco alimentare » spiega l’ad, che è cresciuto in azienda.

Una bomba di guerra aveva rischiato di distruggere lo stabilimento. Franco vide il nonno smontare il motore di un camion e con quello ricollegare le macchine. «Avevo 13 anni: dopo la scuola scendevo in stabilimento e imparavo a usare una macchina tedesca che stampava sacchetti. Negli anni ’50 vidi cambiare tutto con l’avvento dei primi supermercati come La Formica, in via Torino . Se prima tutto era sfuso, ora il cliente si serviva da solo. E anche la mission aziendale cambiò: prima l’obiettivo era contenere, poi divenne conservare». E così nacque la valvola che permette la fuoriuscita dei gas emessi dal caffè, mantenendolo fresco.

Ma Goglio serve anche imprese produttrici di pelati, con sacchi in polipropilene. Un ramo d’impresa che ha conquistato i mercati cinesi. La storia famigliare continua: negli anni ’60, Franco Goglio e suo cugino Luigi, ingegnere, hanno creato le macchine per conservare i prodotti. Oggi il nipote Ambrogio guida lo stabilimento di Milano. I dipendenti sono 1.800 in tutto il mondo . La spinta ecologica crea nuovi scenari. «Tutti oggi lavoriamo per la sostenibilità. Ma la lotta sconsiderata alla plastica è un grosso errore. Il problema ecologico esiste ed è anche un problema di risparmio. L’imballaggio flessibile va incontro a queste tematiche, ma non bisogna limitarsi alle mode senza approfondire, se no si rischia un’ecologia di apparenza».

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