Pensioni anticipate 2023, stop illusioni: quota 41 e uscita dai 62 anni impossibili - Pensioni Per Tutti

2022-06-03 19:28:43 By : Ms. debbie wang

Tutte le ultime notizie sul mondo delle pensioni

In questi giorni non si fa altro che parlare dei desiderata dei lavoratori, di quello che dovrebbe contenere la riforma pensioni 2023 al fine di ristabilire equità e giustizia nell’attuale sistema previdenziale post quota 100 e quota 102 che non hanno soddisfatto a pieno. I sindacati hanno ripreso il dialogo col Governo, e pochi giorni fa vi è stato altresì un incontro tra le confederazioni sindacali e la Lega. Interessanti gli aspetti emersi e le richieste degli stessi sindacati, a farci il punto, lo ricordiamo, è stato Domenico Proietti, segretario confederale della Uil in un’intervista in esclusiva.

Sul sito è un continuo richiedere a Cgil, Cisl e Uil di farsi carico delle richieste dei lavoratori e dunque di puntare in primis sulla quota 41 senza penalità e senza limiti anagrafici, sull’uscita anticipata dai 62 anni senza eccessive decurtazioni sull’assegno ultimo e su una maggiore valorizzazione del lavoro di cura delle donne. Molti puntano a barattare, passatemi il termine volutamente forte, il voto delle prossime elezioni che potrebbe essere concesso solo a fronte di promesse effettive sulla riforma previdenziale che vadano in linea con le richieste dei lavoratori.

Ma si chiede il Dott. Claudio Maria Perfetto, esperto previdenziale e spesso nostro editorialista, nonostante i desiderata espressi dai lavoratori, le eventuali promesse per ottenere i voti fatte dai vari partiti, quanto si otterrà effettivamente post voto nella prossima riforma delle pensioni? Le sue interessanti considerazioni

Così Il Dott. Perfetto sempre lucidissimo e arguto nelle sue analisi: “Cos’è che desiderano i lavoratori? Questo è il momento propizio per i lavoratori-elettori e per i lavoratori-iscritti al Sindacato per ottenere ciò che essi desiderano.

“Basta che i lavoratori-elettori la pensino così: “voterò questa forza politica se essa si impegna ad inserire la flessibilità di accesso alla pensione con il doppio canale, intorno a 62 di età o con 41 anni a prescindere dall’età, con effetto già nel 2023”.

Basta che i lavoratori-iscritti al Sindacato la pensino così: “rinnoverò la mia tessera con questa forza sindacale se essa si impegna ad inserire la flessibilità di accesso alla pensione con il doppio canale, intorno a 62 di età o con 41 anni a prescindere dall’età, con effetto già nel 2023”.

Se ciò che i lavoratori desiderano non verrà realizzato già nel 2023, nonostante la loro pressante richiesta, che assume quasi i connotati di un “ricatto”, occorre sapere che la responsabilità non può ricadere né sulle forze politiche, né sui Sindacati, né sui lavoratori stessi.

Perché NO WAY, non c’è alcuna possibilità di inserire la flessibilità di accesso alla pensione con il doppio canale, intorno a 62 di età o con 41 anni a prescindere dall’età, con effetto già nel 2023”

Ecco le ragioni ben specificate dal Dott. Perfetto che preferisce sempre nei suoi scritti evitare facili illusioni ai lavoratori pur sapendo di esporsi spesso a critiche, in quanto si sa, è abbastanza frequente nella natura umana, preferire essere ‘beffati’ e sentirsi dire quanto desideriamo sentirci dire piuttosto che ascoltare e prendere atto dell’amara verità.

Così prosegue specificando le ragioni dell’assoluta impossibilità dal 2023 per il Governo di approvare la quota 41 e l’uscita anticipata dai 62 anni: “NO WAY: con il calo delle nascite, l’invecchiamento della popolazione, l’aumento del debito pubblico, l’aumento dell’inflazione, la perdita del potere d’acquisto dei salari, la perdita del potere d’acquisto delle pensioni, l’aumento della disoccupazione, il calo dei consumi, la delocalizzazione degli impianti produttivi, la delocalizzazione delle postazioni di lavoro (smart-working), l’aumento del lavoro precario, l’aumento del lavoro in nero.

NO WAY (assolutamente impossibile!) inserire la flessibilità di accesso alla pensione con il doppio canale, intorno a 62 di età o con 41 anni a prescindere dall’età, con effetto già nel 2023, CON L’ATTUALE MODO DI PENSARE L’ECONOMIA (quella dell’800-’900) e LA SOCIETA’ (che non è più quella dell’800-’900).

Poi conclude, cercando di far comprendere ai lavoratori che non è affatto contro i loro desiderata, anzi, e che teme l’ennesima illusione e poi il nulla di fatto, così conclude: “By the way (tuttavia), vale la pena provarci lo stesso Non so se sono riuscito a spiegarmi così bene come avrei voluto.”

A me pare il concetto sia arrivato ‘forte e chiaro’, lo ripropongo ai lettori affinché possiate dirmi, nell’apposita sezione commenti del sito, se è così anche per voi e soprattutto se concordate con l’analisi fatta dal Dott. Perfetto sul nostro contesto economico-sociale attuale e sulle reali possibilità che qualcosa possa cambiare nella riforma pensioni a partire dal 2023.

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Scusate, vorrei sapere se entrasse in vigore una qualsiasi riforma delle pensioni, che oggi sono solo ipotesi, si può optare per andare in pensione con i 42 +10, mi spiego nel 2023 raggiungo i 42+10 con 62 anni e 10 mesi di età col sistema misto, non vorrei che una qualsiasi riforma mi dica che devo compiere 64 anni e magari andare in pensione tutto col contributivo, sarebbe meglio se ci fosse una clausola di salvaguardia. Se qualcuno che legge mi può dare una risposta, grazie

Concordo con la impossibilità della riforma nel 2023 sostenuta dal dottor Perfetto. Tralascerei di imputare il “No Way” a due fattori quali: calo delle nascite e aumento dell’inflazione -il calo delle nascite e della mancanza di forza lavoro verrà risolta comunque con l’esercito di riserva e dell’immigrazione poi, nei prossimi 15 anni, ci penserà la robotica per la quale è stata decretata dall’Europa la “non tassazione”-. L’inflazione! La useranno solo per abbattere un poco il debito pubblico fregandosene del risparmio, del potere di acquisto delle pensioni e dei salari. Delocalizzazione e aumento del lavoro nero sono comunque a favore del capitale pertanto se ne fregano come sempre anche di questo. Per ultimo il dottore tralascia che “così vuole l’Europa” e poiché già si vocifera che “elezioni si o elezioni no” a capo del governo odierno e futuro resterà il dottor Draghi, la parola giusta è “rassegnazione” … altrimenti riprenderanno con l’arma dello spread. Le scuse saranno tante dalla guerra al PNRR. Poi, se a qualcuno interessa oltre al parere dell’Europa, del suo commissario per l’agenda digitale signor Andrus Ansipnel sull’ipotesi di tassare il Robot che ho già riportato sopra quello invece di un economista normale, ma decisamente di sinistra, Michael Roberts che ha visto come funziona la City di Londra, può leggerlo nelle sue considerazioni sul mondo che verrà a seguito delle nuove tecnologie. Si tratta di un articolo suddiviso in tre parti dal titolo “Robot e IA: utopia o distopia?”.

Robots and AI: utopia or dystopia? part one – Michael Roberts Blog (wordpress.com)

Sempre le solite dichiarazioni contro il reddito di cittadinanza manco fossero i portavoce della Confindustria (che non vede l’ora di intascarsi anche quei soldi). La pensione deve scattare al compimento dei 40 anni di contributi versati a prescindere dall’età e smetterla di buttare via i soldi per accontentare i cagnacci che dei lavoratori se ne fregano. Prima vengono gli interessi di chi lavora in Italia poi dei padroni che pensano solo a speculare sulle nostre spalle

41 ANNI SONO ANCHE TROPPI I SOLDI SONO STATI PAGATI DAI CONTRIBUENTI TANTO PIU’ CHE SI ELARGISCONO SOLDI A DESTRA E MANCA PER COSE INUTILI E REDDITI DI CITTADINANZA DATI A IOSA CHE HANNO ROVINATO IL SISTEMA LAVORO TANTO E’ VERO E LO DIMOSTRANO I FATTI CHE NON SI TROVANO PIU’ FIGURE DA ASSUMERE ( SI PARLA OVVIAMENTE DI CONTRATTI REGOLARI E NON CON SFRUTTAMENTO DEI SOGGETTI ). NESSUNO FARA’ PIU’ 41 ANNI DI LAVORO VISTI I TEMPI ATTUALI. QUANDI CHI HA 41 ANNI DI CONTRIBUZIONE O ANCHE 40 CON PICCOLE PENALIZZAZIONI PASSI ANCHE QUESTO DOVREBBE ESSERE LIBERO DI CONTINUARE O DI LASCIARE.

Temo proprio che non ci sia l’interesse, anzi stiano facendo di tutto per non di mandare in pensione i Lavoratori dopo 41 anni di contributi versati e per un solo ed unico problema…… CHI PAGHEREBBE LE PENSIONI di questi che ci dicono che non ci sono i soldi ????

Per valutare il vero equilibrio, sarebbe opportuno sapere quanti 1L andrebbero in pensione e quanti 1L hanno versato contributi e sono morti prima di andare in pensione ed inoltre quanti 1P sono morti nel frattempo?

Temo che le risorse (lavoratori) che stanno sempre più venendo a mancare, siano “figlie” di un sistema messo in campo anni addietro da illustri e saccenti politici e professori che con le loro teorie e calcoli e paradigmi di vario genere hanno fatto si che la situazione fosse quella che stiamo vivendo adesso.

Il vero problema è che questa gente ha sempre vissuto di teorie e non ha mai lavorato rimettendoci di tasca propria in caso di scelta sbagliata . Troppo semplice trovare soluzioni dove il carro carico lo si fa tirare ad altri e cosi poi i vari “chiacchieroni” (stipendiati, pagati dal popolo) si vendono il carro e si mangiano i buoi senza fare fatica e soprattutto senza alcun rischio personale.

Se volete risistemare il mondo del lavoro e probabilmente anche incremantare le nascite, togliete i vari contratti a tempo determinato e porcherie varie, come potete pensare che qualcuno possa crearsi un futuro, una famiglia, con un contratto rinnovabile di 6 mesi in 6 mesi per un tot. …… e poi????

Ben vengano i robot ed i vari ausili al lavoro dell’Uomo, ma se l’uomo dopo aver tanto studiato si affida all’intelligenza artificiale, mi chiedo che RAZZA di uomini saranno quelli del futuro. Chissà, magari tra 60/70 anni avranno gli stessi problemi da affrontare, perché anche i robot ne avranno le p… ehm! scatole piene di dover LAVORARE per mantenere gente che parla,parla,parla e angia,mangia a sbaffo. Praticamente Umani INUTILI

Non serve “Inventarsi” nuovi lavori, BISOGNA MENTALIZZARE LE NUOVE GENERAZIONI CHE PER VIVERE SERVE DIGNITA’ E DENARO E SOLO L A V O R A N D O ONSETAMENTE SI OTTENGONO I RISULTATI.

Il problema è che i giovani piuttosto di lavorare si “buttano” in politica!

Io da tempo dico che i lavoratori con pensione tutta contributiva, già fregati dallo Stato, perché prendono la metà di pensione di quelli con pensione retributiva, dobtebbero avere anche loro a maggior ragione la possibilità di andare in pensione prima dei 67 anni!! Io ho 64 anni e 25 anni di lavoro, ho una madre con handicap grave da assistere e non ce la faccio più a lavorare. Se questa riforma non verrà fatta, chiederò le dimissioni dal lavoro!!!!!

Ma quello che ha scritto questo dott. Perfetto, è una barzelletta o è vero? Lo sappiamo tutti che i soldi per le pensioni non ci sono perché il lavoratore paga la pensione non perché sia accantonata per la sua pensione futura, ma perché deve essere impiegata per mantenere i nullafacenti. Ma che di che scrive questo? Poi si può discutere dei sindacati inconcludenti che non hanno più nessun peso; su noi italiani siamo quel che siamo…. però rendiamoci conto che il problema principale è che quello che ci viene sottratto ogni mese dalle buste paga, ci e distolto in tempo reale per essere dato ad altri, non sempre legittimati a beneficiarne

Sig. Gq (Giusto qualcuno) ciò che ha scritto “questo qua” (cioè io) è effettivamente una barzelletta (se questa è l’impressione che lei ne riceve).

Vede, sig. Giusto qualcuno, quando noi leggiamo un libro, un articolo, un commento, lo interpretiamo, e quindi è come se lo “riscrivessimo”, proiettando in quel libro, in quell’articolo, in quel commento il nostro pensiero, una parte di noi stessi. Perciò, se lei interpreta ciò che ho scritto come una barzelletta, vuol dire che è effettivamente una barzelletta, perché lei vi ci vede il lato comico di se stesso (a dire il vero, un po’ tutti noi siamo comici).

Lei parla anche di “nullafacenti”. Di nuovo, lei proietta in altri un aspetto della sua personalità. Mi dica: lei si ritiene forse un “nullafacente”? Se lei si ritenesse un “lavoratore”, mi creda, sarebbe talmente occupato con il suo lavoro, con i problemi del suo lavoro, con i mille problemi che il suo lavoro le procura nella sua vita, che non avrebbe nemmeno il tempo di pensare agli altri come “facenti” o ad altri come “nulla-facenti”.

Lei si domanda “ma di che scrive questo?” (cioè io, il sottoscritto).

Sig. Giusto qualcuno, sto scrivendo che i lavoratori se lo possono sognare di andare in pensione nel 2023 con Quota 41 indipendentemente dall’età, oppure con 62 anni di età anagrafica senza penalizzazione. Ma questo i lavoratori l’hanno capito o non l’hanno capito? Lei, sig. Giusto qualcuno, l’ha capito ora o non le è ancora chiaro. Nel titolo dell’articolo è scritto “quota 41 e uscita dai 62 anni impossibili”. E questo, sig. Giusto qualcuno, per me non è affatto una barzelletta.

Sig. Giusto qualcuno, lei dice “noi italiani”. Ma “noi” CHI? Le sembra che “Gq” sia un nome italiano?

Lasci che le dia un consiglio (può non accettarlo, ovviamente). Se lei vuole essere italiano e (per dirla con Mazzini) (ri)fare l’Italia, ci metta la faccia, anziché celarsi dietro due sillabe (gi-qu).

Grazie Dott Perfetto per aver dedicato del tempo anche a chi francamente non meriterebbe nemmeno 5 minuti

Apprezzo le osservazioni dei lettori, di tutti i lettori, nessuno escluso. Le apprezzo perché mi danno la possibilità di chiarire ulteriormente il mio pensiero, sebbene io stesso sia convinto che non si riuscirà mai ad essere “sufficientemente” chiari.

Se la presunzione e l’arroganza non sono virtù, ebbene, io me ne vesto in maniera virtuosa, perché ho la convinzione profonda che il mio pensiero è corretto, e può risolvere effettivamente le maggiori piaghe sociali della nostra società: disoccupazione e povertà.

Rispondo ai sigg. Marco, Giuseppe D, Elio, Francesco 1961, Bruno, in merito al Reddito di cittadinanza. Credo che siamo tutti d’accordo nel ritenere che il RdC andrebbe erogato sotto stretta sorveglianza da parte dello Stato in modo che arrivi alle persone che si trovano realmente in stato di bisogno. La stessa stretta sorveglianza andrebbe applicata anche nell’erogazione dei vari bonus e superbonus. La domanda che si pone è la seguente: quanta libertà siamo propensi a concedere allo Stato perché acceda ai nostri conti correnti, ai nostri libretti di risparmio, ai nostri possedimenti in case e box, al nostro patrimonio in azioni e obbligazioni? Ma forse, lo Stato non ha bisogno della nostra concessione, potrebbe già fare questi controlli, solo che, evidentemente, non li fa. Si rivela uno Stato spendaccione, attirandosi quindi le attenzioni del Consiglio europeo che “raccomanda” allo Stato italiano di stringere i cordoni della borsa. Quindi, non c’è bisogno che siamo noi a dire allo Stato italiano che cosa deve fare. Ci pensa già l’Europa. Questo ci piace, o non ci piace?

Al sig. Salvo, che un po’ se la ride, rispondo che i dati statistici riguardo alle nascite ci indicano tante cicogne in meno nel 2020 e pure nel 2021 (https://www.istat.it/it/archivio/264784). Personalmente, non sempre do piena fiducia ai dati statistici dell’Istat. Ma sulle nascite non ho motivo per dubitare dell’esattezza dei dati. I dati Istat potrebbero non fotografare correttamente la realtà solo se le nascite non venissero denunciate all’Anagrafe. Perciò, sig. Salvo, se lei ha dei dati che confutano quelli dell’Istat, per cui le nascite sono in crescita, ce li faccia pure conoscere.

Al sig. Mus rispondo che ha pienamente ragione, non sono io a decidere per migliaia di persone, ci mancherebbe! Per me ognuno può fare quello che vuole. Se dovessi fondare un ordine monastico, molto probabilmente lo chiamerei fatecomevoletefratelli. È verissimo, sig. Mus, “chi governa deve assumersi la responsabilità di tutta questa gente”. Lei è tutta l’altra gente (me incluso) potete mettere il Governo dinanzi alle sue responsabilità. Ma non potrete mai fare in modo che il Governo si “assuma” le sue responsabilità di fronte alla popolazione che governa. Proprio come il padrone può portare il proprio asino alla fonte per farlo bere, ma non potrà per questo costringerlo a bere (senza alcuna offesa per l’asino, s’intende).

Al sig. Claudio rispondo che le massime popolari sono dei concentrati di esperienza vissuta. Lei, sig. Claudio, dice che “ogni riforma é sempre andata a peggiorare la precedente”. Il motto popolare dice “non c’è mai fine al peggio”. Io però ho scoperto che nel momento in cui tocchiamo il fondo la tendenza si inverte, e cominciamo a risalire. Quindi, se adesso le cose dovessero peggiorare, vorrebbe dire che non abbiamo ancora toccato il fondo e quindi dovremmo in un certo qual modo rallegrarcene. Toccheremo il fondo quando l’automazione avanzerà man mano che andranno sempre più diffondendosi applicazioni software come l’Anagrafe Nazionale Popolazione Residente (che ridurranno progressivamente i dipendenti statali perché quelli che andranno in pensione non verranno rimpiazzati); man mano che impiegheranno algoritmi sempre più sofisticati basti sulla intelligenza artificiale per scambi in borsa e trade online (fino a quando ci sarà un nuovo crash in borsa a livello mondiale); man mano che sostituiranno i lavoratori umani con i lavoratori robot (baristi, camerieri, farmacisti, infermieri, autisti, corrieri) perché ci sarà una riduzione dei salari in quanto ogni salariato percepirà quanto un robot (e ci sarà la Grande Depresione).

Sig. Tony 63, lei coglie un aspetto molto interessante. La parola chiave è “equilibrio”. Il rapporto 2L/1P (=2) sembrerebbe essere più favorevole del rapporto 1L/1/P (=1). Il rapporto 2L/1P dice che ci sono 2 lavoratori per 1 pensionato. Questo può voler dire che 2 lavoratori riescono a pagare la pensione di 1 pensionato e ci rimane pure qualche cosa. In altre parole, il bilancio dell’INPS sarebbe in attivo, dal punto di vista previdenziale (e nella realtà è così). Ma, questo significa che il Sistema Previdenziale ha un “surplus” e, quindi, non è in “equilibrio”, proprio come non sarebbe in equilibrio se fosse in “deficit”. Se, invece, il rapporto 2L/1P fosse il rapporto di equilibrio, vorrebbe dire che i contributi versati dai 2 lavoratori sono esattamente sufficienti a pagare la pensione di 1 pensionato, e quindi il Sistema Previdenziale sarebbe effettivamente in equilibrio. Se in questo caso 1 lavoratore andasse in pensione, si avrebbe: (2L-1L)/(1P+1P)=1L/2P. Il sistema non è in equilibrio, perché abbiamo un rapporto uguale a 0,5 invece che uguale a 2. Per avere l’equilibrio occorrerebbe avere 4L/2P in modo che tale rapporto sia uguale a 2L/1P (che è il rapporto di equilibrio). Pertanto, nel caso di 2L/1P, se 1 lavoratore va in pensione occorre assumerne 3. Non so se si ricorda, sig. Tony 63, che all’epoca di Quota 100 si vociferava che per ogni persona che fosse andata in pensione ci sarebbero state 3 nuove assunzioni. Forse è solo una mera coincidenza, ma può darsi che qualcuno della Lega abbia fatto un ragionamento simile al mio (non saprei dirle). Passiamo al caso reale, che è quello che ci interessa veramente. Il Rapporto n.9 anno 2022 intitolato “Il Bilancio del Sistema Previdenziale italiano” a cura del Centro Studi e Ricerche Itinerari Previdenziali riporta a pag. 135 che nel 2022 ci sono (valori stimati) 23.600.000 lavoratori occupati e 16.060.000 pensionati, per cui il n. di occupati per pensionato è pari a 1,4695. A pag. 30 del documento viene specificato che “si ottiene un risultato di equilibrio quando le entrate contributive pareggiano le uscite per il pagamento delle pensioni”. Perciò, se il rapporto L/P=1,4695 è di equilibrio, allora per 20.000 pensionati in più occorrerebbero 20.0000×1,4695=29.389 lavoratori in più (nota: Itinerari Previdenziali stima per il 2023: 23.800.000 lavoratori e 16.080.000 pensionati, con un rapporto L/P= 1,4801).

Al sig. Franco Giuseppe rispondo che la mia frase completa è “Voterò il partito che si impegna… con effetto GIA’ nel 2023”. Quindi, il voto verrebbero elargito “ex post”, cioè DOPO che l’impegno è stata mantenuto, e non “ex ante”, cioè PRIMA che l’impegno venga mantenuto. È chiaro che se la Lega dicesse “votatemi nel 2023 e vi promettiamo che nel 2023 faremo la Riforma pensioni che va incontro alle vostre aspettative” gli elettori saprebbero sin da subito chi votare e chi non votare.

Al sig. Max vorrei solo ricordare che i soldi per le pensioni derivano dalle entrate contributive dei lavoratori attivi, mentre i soldi per le bombe derivano… onestamente non lo so proprio.

Al sig. Teo rispondo che l’Italia non ha sovranità monetaria, in quanto la moneta (l’euro) è gestita da una organizzazione sovranazionale, la Banca Centrale Europea. Pertanto, è la BCE che può stampare i soldi dal nulla e non lo Stato italiano (se lo ricorda il “whatever it takes” del 26 luglio 2012 di Draghi quando era Presidente della BCE? Ecco, quella frase significa che per tenere testa ai mercati a seguito della crisi del debito sovrano europeo, la BCE avrebbe potuto stampare tutti gli euro che avrebbe voluto. E i mercati chinarono il capo). I soldi, quindi, come dice lei (ma anche l’economista della MMT – Teoria Monetaria Moderna – Stephanie Kelton) “i soldi si creano dal nulla con un click”. Ma, ahimè, lo Stato italiano non ha la tastiera collegata al computer della BCE. Lo Stato italiano non è “emittente” di moneta, ma è “utilizzatore” di moneta, e quindi non agisce come uno “STATO” ma come una “FAMIGLIA”, lo Stato è costretto a prendere in prestito denaro (come fanno le famiglie con le banche), dalla BCE e dai mercati internazionali. L’ingegnere Jacque Fresco, il fondatore del Venus Project, cui lei fa riferimento, è colui che ha coniato il termine “economia basata sulle risorse”. Condivido pienamente questa definizione. Anche l’economatica, la teoria economica da me sviluppata per la Società digitale, descrive una economia basata sulle risorse. Ed anche la MMT dà valenza alle risorse reali. Ma chi gliela va a spiegare “l’economia basata sulle risorse reali” (economia reale, quindi) a Mario Draghi e a Daniele Franco che sono banchieri e monetaristi per eccellenza che credono nella “economia basata sulle risorse finanziarie” (economia finanziaria, quindi)?

Al sig. Franceso 1961 rispondo che a noi tutti (ne sono convinto) è capitato di imboccare con la nostra automobile una via senza uscita. Cosa abbiamo fatto? Marcia indietro. Abbiamo fatto marcia indietro perché ci muoviamo in uno spazio bidimensionale (avanti-indietro, destra-sinistra). Se la nostra auto fosse un’auto volante, potremmo muoverci anche nella terza dimensione (alto-basso). Io dico “NO WAY” (non c’è via d’uscita) perché ci muoviamo nello spazio bidimensionale “calo delle nascite-invecchiamento popolazione”. Ma se ci muovessimo nella terza dimensione introducendo anche la dimensione “lavoro robotico”, allora avremmo una via d’uscita. C’è sempre una via d’uscita. In ogni circostanza. C’è un libro davvero eccezionale che si chiama ”Change. Sulla formazione e la soluzione dei problemi” scritto dallo psichiatra ricercatore Paul Watzlawick. Questo libro mi ha fornito un valido aiuto nel mio lavoro perché spesso i miei clienti volevano che trovassi soluzioni (impossibili) ai loro problemi (impossibili). Dovevo innanzitutto ri-definire in maniera chiara i loro problemi e solo allora potevo trovare la soluzione già insita nel problema. Ho applicato la stessa tecnica alla Riforma Fornero. Il punto è che quando si raggiunge una situazione di “impasse”, per uscire dall’impasse occorre introdurre nel sistema un nuovo elemento. Io ho introdotto nella Riforma Formero il nuovo elemento del lavoro robotico (la terza dimensione). Et voilà, la rigidità della Riforma Fornero si è sciolta come neve al sole.

Al sig. Rino vorrei rispondere che è vero, c’è chi ogni giorno si alza e va a lavorare per “pagare le pensioni d’oro ai ns politici” (come egli stesso afferma). C’è chi ogni giorno si alza e va a lavorare, ma che un giorno gli capita di non poter tornare più a casa, e di non poter più “pagare le pensioni d’oro ai ns politici”. C’è chi ogni giorno va a bussare alle porte per cercare di lavorare, perché sarebbe felice di “pagare le pensioni d’oro ai ns politici”. SignoRino, sia contento di potersi alzare ogni giorno per andare a lavorare e di tornare a casa per poterci dire: “Tutti i giorni mi alzo e vado a lavorare per pagare le pensioni d’oro ai ns politici”.

Al sig. Leonardo rispondo che nei meccanismi economici ci sono più cose da rivedere, perché la nostra economia ci dice come riparare un televisore a valvole ma non sa dirci come riparare un televisore a circuiti integrati. In altre parole, la nostra economia ci dice come aumentare l’occupazione (ce lo ha detto già Keynes nel 1936) nella società analogica fatta di prodotti tangibili e di servizi con personale di contatto, ma non sa dirci come aumentare l’occupazione nella società digitale fatta anche di prodotti intangibili e, soprattutto, di servizi digitali in cui manca il personale di contatto.

Vorrei continuare per rispondere anche ai commenti di altri lettori. Ma devo fermarmi qui.

Consiglio al signor Perfetto di provare a farsi 40 anni di lavoro in tipografia e a 62 anni non andare ancora a riposo e vedere cosa direbbe…… NO COMMENT!

Sig. Stefano, è davvero deprimente leggere commenti come il suo. Ma io non mi lascio deprimere perché ho la scorza dura che mi sono creata non già facendo 40 anni di lavoro in tipografia (cosa che peraltro mi piacerebbe fare, perché ho partecipato nel 2004 con un tipografo a Torino per costruire un libretto di 14 poesie scritte sulla falsariga delle poesie di Shakespeare e dedicate alla Donna più Bella dell’Universo intero. Il tipografo ed io abbiamo esplorato la copertina, la carta da utilizzare, il formato dei caratteri, insomma, è venuta fuori una vera e propria opera d’arte del costo di 250 euro per dieci libretti); tuttavia, la scorza dura me la sono creata in altri modi dolorosi comunque.

Lei forse ha già capito che chi le ha incatenato caviglie e polsi alla ruota della vita è la Riforma Fornero.

Ma lei non ha ancora capito che io ho la soluzione per liberarle caviglie e polsi e lasciare andare lei e tutti gli altri lavoratori, condannati come lei, liberamente in pensione secondo il proprio volere.

Ma lei mi fa venire un dubbio. Davvero vale la pena battersi per lasciare andare in pensione persone come lei?

Sono 41 e5 mesi che lavoro ultimi 24 in fonderia su 3 turni .Fatto domanda precoce usurante domanda respinta perché turno notturno orario 20 /4 e quindi non fatto 5 ore dopo le 24.Vergognoso perché i turni sono usuranti qualsiasi orario si faccia

Basta , è ora di mandarli tutti a casa , se non viene fatta la riforma a nostro favore tutti in piazza concattiveria se ne devono andare

Io chiederei almeno un anticipo di un anno per figlio per le donne che da sempre svolgono il doppio lavoro e senza decurtazioni!!!

…Condivido tutto e aggiungo che le pensioni nel passato erano l’unico ammortizzatore sociale in mancanza di redddito di cittadinanza ecc.ecc. quindi una sola generazione non può pagare per tutti anche se è comodo. Dovete riguardare i prossimi 50 anni e smetterla di rovinare persone che hanno lavorato una vita e che ora sperano che non picchiate la già abberrante ” Fornero”per non peggiorare ancora magari col contributivo secco e creare una generazione di pensionati poveri a gravare su una di giovani precari…pensate bene a quel che fate….

Buongiorno, mi permetto di dare due opzioni chw accontenterebbero tutti da gennaio 2023: Pensione di Vecchiaia a 66 anziché 67 41,10 di contributi anziché 42,10 Con uscita indipendentemente dall’età anagrafica E infini flessibilità in uscita dai 63 anni con una penalizzazione massimo del 2 per cento ogni anno prima dei 66. Che ne pensate??

Io spero tanto che passi la proposta Tridico, pensione in 2 tempi, la più equa e l’ unica sostenibile. E non crea penalizzazioni. Importante che venga assolutamente rispettato il sistema misto x chi ha iniziato a lavorare tanti anni prima del 1996. Volevo inoltre fare presente ai sindacati una cosa a dir poco vergognosa: il bonus 200 euro e’ stato dato ai disoccupati con Naspi e con reddito di cittadinanza e NON SPETTA ai disoccupati che non hanno più nessuna indennità, che forse si trovano in condizioni ancora più precarie di chi percepisce sussidi. Chiedo gentilmente ai sindacati se possono fare qualcosa x rimediare a questa grave incongruenza visto che il governo sembra che lavori con i piedi anziché con la testa …..!!!!! Vi ringrazio anticipatamente se potete fare qualcosa

Spero vivamente nella stabilizzazione definitiva di quota 102. Tutto sommato un buon sistema x lasciare il lavoro qualche anno prima. E soprattutto senza penalizzazioni. Le penalizzazioni non si possono accettare dopo 40 anni di lavoro o 62 anni di età e vedere a chi viene corrisposto il reddito di cittadinanza.

I sindacati ormai non servono a niente…chiedono di proposito tanto x ottenere niente

Mancano i lavoratori e le nascite? Hahahahah viene da ridere a pensare a queste assurdità. Signori sono 30 anni che Lampedusa viene invasa, 60 anni che sento dire da tutti che siamo in crisi economica e nel mentre venivano elargite pensioni faraoniche, chiedono sacrifici??? Bhe chi chiede ai lavoratori dei sacrifici abbia l’onestà di attuarli su se stesso. Sono inconcepibili pensioni di 20.000 € mensili che si applichino le decurtazioni. Diritti acquisiti per pochi e promesse di diritti acquisiti per chi li mantiene Signori le parole non servono più che facciano il contributivo e sganciare queste catene e poi questo silenzio assurdo niente programmazione sembriamo schiavi di questo sistema

L’ultima parola sarà alle lavoratrice e ai lavoratori, sono loro gli interessati il sig.perfetto non è lui che decide per .migliaia di persone che stanno lavorando e invece quelli che sono senza lavoro dopo 60 anni di età e che nessuno li vuol assumere ,chi governa deve assumersi la responsabilità di tutta questa gente.

Ho cominciato a lavorare finito la scuola media 15 anni era il 1980 si andava in pensione con 35 anni . Adesso servono 43 anni con gli stessi soldi di chi é andato con 35 anni da allora ogni riforma é sempre andata a peggiorare la precedente c’è sempre una scusa sarà così anche questa volta.Alla fine chi ha cominciato presto non avrà nessun beneficio anzi ci sarà la possibilità di far passare gli anni prima del 1996 dal sistema misto al contributivo .Noi abbiamo fatto poco i sindacati pure.

Verissimo ,vorrei vedere se queste persone che parlano cosi,in modo facile, avessero cominciato a lavorare a 15 anni,e magari con lavori pesanti!!!

Ragioniamo. Ho 63 anni. Lavoro in una azienda metalmeccanica . Comincio a perdere i colpi. Non sono più efficiente e produttivo rispetto ai trentenni. Il proprietario mi ha fatto notare che la mia produttività è scesa e mi ha chiesto se avevo i requisiti per andare in pensione o se volevo andare in Naspi ( 24 mesi) e legarmi alla pensione. Ho fatto fare le verifiche al sindacato che mi ha consigliato di non accettare la Naspi in quanto non avrei potuto agganciarmi alla pensione. Ho solo un’arma: quando non c’è la farò più fisicamente mi metterò in malattia. Allora come faccio a cedere il mio lavoro ad un giovane che deve formare una famiglia avere dei figli??? Andrò in pensione a 67 anni. Bene ma a questo punto il governo miope farà un danno a tutta la società. Io resto a lavorare trascinandosi, il giovane non prende il mio posto,non metterà su famiglia,non farà figli etcc. Complimenti Statisti.

Dott. Perfetto, il ragionamento che lei fa, non fa una grinza, tranne, secondo me, in un paio di punti. 1° Per far sì che il Sistema Previdenziale resti in equilibrio, occorre avere: 2L/2P=1. In altre parole, per 1 pensionato in più, occorrono 2 lavoratori in più. Non capisco se il rapporto deve essere 2L/2P oppure 2L/1P? Perchè se fosse corretta la seconda ipotesi diverrebbe un calcolo esponenziale, cioè quando i 2L diventano 2P ci vogliono 4L, quando i 4L diventano 4P ci vogliono 8L ecc.. per cui dovremmo cominciare a fare figli come conigli e non basterebbero mai (ammesso che ci sia lavoro per tutti). 2° Lei dice anche: perciò, più lavoratori andranno in pensione e meno lavoratori ci saranno a versare i contributi per pagare le pensioni. Tirando le somme il problema sono i soldi. E’ vero che bisogna riformare il mondo del lavoro ma il problema principale rimangono i soldi e riuscire a catalogare quale automatismo debba pagare i contributi non penso sia una cosa semplice. Grazie e buona giornata

Sono d’accordo sul fatto che le nascite siano in calo, che i tempi siano cambiati, ma i lavoratori continuano a pagare e a versare soldi che vengono sperperati e non ne hanno il minimo controllo. Siamo stanchi di promesse fatte per acquisire voti e’ giunta l’ora di farci valere e soprattutto mi rivolgo ai giovani, non fatevi fregare perché il vostro futuro è nelle vostre mani, il nostro è ancora nelle loro purtroppo.

Il dato di fatto incontrovertibile è che noi popolo italiano siamo un popolo di pecore e per di più ammalati di individualismo. Il tutto va poi di conseguenza.

Dott. Perfetto, ma l’ha scritto davvero ? Quindi Lei consiglia ai lavoratori- elettori di ” Voterò il partito che si impegna ………… “. Se davvero seguissero il suo consiglio non c’è storia. La Lega vincerà a mani basse e con maggioranza unica. Anche lei preferisce chi promette e non mantiene rispetto a chi non promette niente sapendo di non poter mantenere la promessa ? Perchè il partito succitato è da 30 anni che promette la Grande Padania, l’autonomia fiscale del nord, la cacciata degli extracomunitari, per finire 30 dopo con la cancellazione della Fornero. Tutte cose mai avvenute nemmeno quando era al governo. Notizie dell’ultima ora la richiesta di alcuni propri parlamentari di un aumento di ingressi di extracomunitari per sopperire alla mancanza di lavoratori ( da sfruttare chiaramente ). Sono gli stessi politici che promettevano 1 milione di posti di lavoro e dentiere gratis per tutti e nemmeno quelle abbiamo visto. Certo, volendo si può fare tutto, ma allora perchè ultimamente ha parlato tanto di conti e debito pubblico che non può aumentare ? Perchè credo che anche lei sia cosciente chi siano i partiti della spesa pubblica. Per una volta mi dia ragione: Se Salvini promette i 41 anni tutto contributivo, vuol dire che un lavoratore con 41 anni di contributi avrà un assegno inferiore di un quota 100 con 38 anni di contributi. Tutto questo in soli 4 anni e sempre dallo stesso partito. Bisogna avere davvero una bella faccia marcia per ritenerla una promessa mantenuta.

Se danno soldi per le pensioni non ce ne sarebbero a sufficienza per le bombe….

Ci provo di nuovo anche se i miei commenti non vengono pubblicati perché la verità fa male. Fatte discorsi sterili senza logica, quindi opinabili .provo a far capire al” popolo ” educato non istruito , che in pensione si può andare anche a 20 anni di lavoro con 5 mila euro al mese , perché l unica cosa che non manca in questo pianeta sono proprio i come li chiamate i soldi, perché nascono per legge quindi dal nulla , se queste istituzioni false sindacali vi dicessero la verità non servirebbero piu al loro scopo, tenervi alla sopravvivenza con miseri stipendi , ma come si sa vanno a braccetto con le altre istituzioni false politiche e bancarie .se ci pensate di cos è fatta la vostra se non di tempo, è lo stiamo sprecando, ascoltando questi parassiti che vivono di schiavitù umana .vi invito sempre alla visione del venus proget del ingeniere jacque fresco..possiamo dare una vita dignitosa a tutti se usassimo la coscienza non egoismo, perché non è un problema di soldi si creano dal nulla con un click, ma se mai di risorse del pianeta…..

Vediamo cosa sanno fare i sindacati; che dimostrino di avere le palle adesso

Gentile Dott. Perfetto, non metto assolutamente in dubbio la sua complessa analisi, anche perché non ne ho le capacità, però mi domando, noi lavoratori a questo punto non abbiamo nessuna via d’uscita se non quella di crepare sul posto di lavoro, quindi è inutile che continuiamo a scrivere ed è anche inutile l’esistenza di questo sito!

Sono d’accordo! Ci illudono soltanto…. Nesduno pensa a noi lavoratori che paghiamo le tasse e non abbiamo nessun diritto a goderci la pensione che ci spetta di diritto dopo anni di lavoro! Vergogna per i politici sordi alle nostre richieste…. Questa volta on voterò…. Non serve a niente se non si ascoltano le nostre esigenze!

Dottor Perfetto , chi avrà il coraggio di dite ai politici che i soldi per la loro pensione sono a rischio? Non è il mio compito trovare i soldi per le pensioni. Ho 63 anni. Tutti i giorni mi alzo e vado a lavorare per pagare le pensioni d’oro ai ns politici. Ma mi faccia il piacere come diceva Toto.

sui 62 anni e 41 di contributi è un capitolo già chiuso; se pensiamo che ancora l’anno scorso draghi fece capire chiaramente di no quando non decideva nulla e poi fece uscire l’ordinanza sulle pensioni del personale della scuola con i 67 anni oppure i 42 anni e 10 mesi per gli uomini; poi fece quota 102 con minimo 64 anni; adesso vedremo ma con tutte le nuove situazioni se va bene saranno 65 e 38 e diciamo che punta su tutto contributivo altrimenti aspetti i 67 anni; e sulle promesse elettorali lasciamo perdere; saluti al dott. Perfetto e ai gestori del sito

Ma cosa dobbiamo barattare ancora? Cosi anziché 41 per tutti la fine sarà il 41/bis per tutti. Ora rispunta salvini che con la promessa in campagna elettorale per 41 per tutti ci ha fregato con quota 100. Non manterranno le promesse elettorali e gli anni continueranno a passare appunto come il 41/bis!!!!!!!!!!!

Nato nel Febbraio 1960 ho 62 Anni e tre mesi di età ed oltre quarant’anni di contributi maturati. Quota 100 sfuggita per 37 giorni !!! Tra un mese dovrò lasciare il lavoro che svolgo a causa del Decreto Dignità, ovvero avendo completato il periodo di 24 mesi a tempo determinato presso l’Azienda che altrimenti mi avrebbe potuto trattenere al lavoro. Dando praticamente per scontato il fatto che sarà per me impossibile trovare una nuova occupazione, richiederò la NasPi e successivamente, se ancora inoccupato, l’APE Social in attesa di una riforma che verrà. Non crede, carissimo Dott.Perfetto, che in questo meccanismo ci sia qualcosa da rivedere ?

Ciao, se hai lavorato un anno prima di 19 anni prova a fare domanda di pensione precoci.

Non voterò mai chi pensa che la riforma fornero vada bene così com’è.i politici tutti non avranno mai il mio voto se non si farà la quota 41 e uscita come tutti in europa.

Il ragionamento del dott. Perfetto è chiaramente fondato, tuttavia pur mettendo a fuoco l’oggettività della situazione attuale non tiene conto di un aspetto che secondo me, col beneficio dell’errore concesso a chi come me non si occupa di previdenza, assume una certa rilevanza. Pur considerando scontato che il rapporto Nuovo lavoratore/Pensionato sia minore di 1, per tutte motivazioni che è inutile stare a ribadire, continuando a ostacolare il turn over in ossequio all’equilibrio dei conti si ottiene di fatto una minore propensione a formare una famiglia e ancor di più a fare figli, quindi minori investimenti per la casa, e conseguente ulteriore riduzione dei consumi in generale. Il circolo “vizioso” cui si accennava in un articolo di alcuni giorni fa è anche questo e, come già da me espresso in quella occasione, come tale dovrebbe essere in qualche modo spezzato, anche con interventi draconiani. Nell’immediato avremmo un peggioramento dei conti ma, tenendo duro per una quindicina d’anni, alla fine dovremmo assistere ad una inversione di tendenza. Ripeto, non sono nessuno per poter affermare ciò, ma preferirei che questa tesi fosse confutata con dati oggettivi soprattutto visto che si asserisce che “i soldi ci sono” e che sarebbero ancora di più se solo il reddito di cittadinanza fosse visto come reale sostegno al Welfare in caso di necessità (adulti che perdono il posto di lavoro con difficoltà al reinserimento) e non già come una sovvenzione a pioggia compresa tutta una parte di giovani che invece di trovarsi un lavoro preferiscono percepire questa effimera (misera) entrata. Grazie per l’ospitalità

Si sente spesso dire dai lavoratori “i soldi per pagare le pensioni ci sono”.

Va bene. Ammettiamo pure che i soldi ci siano. Diciamo che i soldi ci sono perché abbiamo separato la Previdenza dall’Assistenza, perché li abbiamo recuperati dall’evasione contributiva, perché li abbiamo presi dai risparmi di Quota 100, perché ci sono i risparmi derivanti dai pensionati deceduti a causa del Covid, ecc. ecc.

Ma il punto non sono i soldi!

Il punto sono i lavoratori! La massa lavorativa. La forza lavoro. Per convincersene basta seguire questo semplicissimo ragionamento.

Supponiamo che il Sistema Previdenziale sia in equilibrio, ovvero che i contributi versati dai lavoratori attivi siano sufficienti a pagare le pensioni.

Supponiamo che il rapporto lavoratori/pensionati sia 1 (100L/100P, oppure 10L/10P, oppure 1L/1P). In altre parole, supponiamo che 1 lavoratore attivo finanzi la pensione di 1 pensionato (nella nostra realtà il rapporto è 1,45, ovvero 1 occupato e mezzo per pensionato nel 2021, secondo Itinerari Previdenziali).

Per semplicità diciamo che esiste 1 lavoratore (1L) che finanzia 1 pensionato (1P) ovvero: 1L/1P=1.

Supponiamo che l’unico lavoratore attivo vada in pensione, il che vuol dire che occorre sottrarre 1 dal numero di lavoratori attivi e addizionare 1 ai pensionati: (1L-1L)/(1P+1P)=0L/2P=0

Poiché il rapporto lavoratori/pensionati è 0 (zero) il Sistema Previdenziale non è in equilibrio (perchè il rapporto deve essere 1).

Per far sì che il Sistema Previdenziale resti in equilibrio, occorre avere: 2L/2P=1.

In altre parole, per 1 pensionato in più, occorrono 2 lavoratori in più.

Questo semplice esempio numerico pone in evidenza che la domanda da porsi non è “da dove prendiamo i soldi per finanziare le pensioni?” (i soldi si trovano, come abbiamo visto nella premessa).

La domanda da porsi invece è la seguente: “se i lavoratori vanno in pensione, CHI È CHE LAVORA?”

Occorre ragionare non già sulle risorse nominali (soldi) ma sulle risorse reali (lavoratori).

È in atto una progressiva (e in accelerazione) erosione dei posti lavoro: c’è sempre meno bisogno di forza lavoro umana.

L’erosione dei posti di lavoro è causata non solo dall’automazione che la gente vede ancora come fantascienza (robot, intelligenza artificiale e androidi vari, in cui la macchina sostituisce l’essere umano), ma soprattutto dalla disintermediazione fisica (bancomat, casse automatiche, home banking, home insurance, e quant’altro di intangibile in cui l’essere umano sostituisce l’essere umano).

Perciò, più lavoratori andranno in pensione e meno lavoratori ci saranno a versare i contributi per pagare le pensioni. Questo è il motivo per cui si tende a far restare sempre più a lungo i lavoratori al lavoro e quindi a ritardare l’età del pensionamento (è l’età l’aspetto cruciale, non tanto il numero di anni di versamenti contributivi).

Inoltre, in ambito pensionistico c’è ancora un altro aspetto da considerare.

La Proposta Tridico è stata presentata il 26 aprile 2021 durante l’evento online dal titolo “Pensioni: 30 anni di riforme” promosso dalla Direzione Centrale Studi e Ricerche INPS. La Proposta Tridico è stata formulata in uno scenario piuttosto diverso da quello attuale, quando non c’era ancora la guerra, quando l’inflazione non aveva ancora alzato la testa e quando le previsioni della crescita del PIL erano forse più ottimistiche.

Pertanto, alla luce delle nuove condizioni che si sono venute a creare (guerra, inflazione, aiuti di sostegno per il caro energia, riduzione accise sulla benzina, aumento del debito pubblico), anche la Proposta Tridico potrebbe vacillare, e quindi resterebbero nel 2023 sostanzialmente: Riforma Fornero, Opzione Donna e Ape sociale (più qualche appendice previdenziale).

Conclusioni: Governo e Sindacati farebbero meglio a riunirsi attorno al tavolo per mettere mano ad un vera Riforma del lavoro: versamento contributi da pare delle macchine, minimo salariale, lavoro garantito per chi lo cerca (si dovrebbe parlare di “garanzia del lavoro”, piuttosto che di “pensione di garanzia”).

Nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, a pag. 204, si legge: “si rivedono le politiche attive del lavoro a partire dall’assegno di ricollocazione, per arrivare all’istituzione di un programma nazionale («Garanzia di occupabilità dei lavoratori» – GOL), che prevede un sistema di presa in carico unico dei disoccupati e delle persone in transizione occupazionale (percettori di RdC, NASPI, CIGS)”.

Ad onor del vero, la frase sopra riportata nel PNRR mi dà l’idea più di una dichiarazione di intenti che di un vero e proprio programma.

Dalla Riforma del lavoro ne scaturirebbe come naturale conseguenza la Riforma delle pensioni. Anzi, non ci sarebbe nemmeno bisogno di farla la Riforma pensioni. C’è già, è la Riforma Fornero, la quale verrebbe resa flessibile dalla Riforma del lavoro in quanto il calo delle nascite (un aspetto demografico da cui non si può affatto prescindere e che è uno dei capisaldi della Riforma Fornero) vierrebbe compensato dal lavoro delle macchine.

L’articolo della Dott.ssa Erica Venditti cita nel titolo la parola “illusioni”. E questo richiama alla mia memoria la frase attribuita a Demostene: “Nulla è più facile che illudersi, perché l’uomo crede vero ciò che desidera”.

Ecco, i giocolieri di fiere politiche, i venditori di illusioni previdenziali, sono già all’opera, e arringano i loro elettori con Quota 41 e 62 anni di età anagrafica, sapendo bene di poterli illudere, perché sanno che gli elettori credono vero ciò che desiderano.

Dot. Perfetto, trovo sempre molto interessanti e giusti i suoi interventi. Mi consenta questa osservazione: a mio parere serve un salto di paradigma che onestamente andava fatto fin dall’inizio e cioè considerare i versamenti del lavoratore come se fossero dei versamenti fatti ad un istituto finanziario (che ovviamente non rimangono in un cassetto ma vengono reinvestiti) e che dopo un certo numero di anni vengono restituiti tutti insieme o come rata mensile, a seconda della scelta del lavoratore nel rispetto degli accordi. A mio parere così doveva essere anche all’inizio, dove ovviamente il raccoglitore di fondi era L’ INPS. Questo sistema si regge indipendente dal numero di persone che lavorano (che versano i contributi) poichè ognuno percepira’ in base a quanto accantonato. Trovo sbagliato quindi che si insista nel sistema a ripartizione cosa che non aveva e non ha alcun senso logico. Grazie ai gestori del sito per questo spazio

Per carità, non mi permetto di contestare un esperto, però dovremmo chiederci perché il rapporto dipendenti/pensionati sia 1/1. La risposta è semplicissima e si chiama reddito di cittadinanza. Datosi che la natura del problema è quello, aboliamolo!!! Gli stipendi? Sono uguali per tutti, ma qui entreremmo in un campo minato che coinvolge sindacati, politica, imprese etc.

Buongiorno a tutti .Egregio Dott. Perfetto ,ha fatto una considerazione molto dettagliata ,vado subito al dunque ,qualcuno mi puo’ spiegare perche’ quando si parla di Pensione per coloro che Hanno lavorato 41,42,43,tipo il sottoscritto ecc ,si trovano tante difficoltà e si dovrebbero seguire tante combinazioni per far quadrare la cosa ?Ma scusate le risorse per pagare i vari privilegi dei politici e quant’altro da dove arrivano ,chi paga ?non voglio entrare nel dettaglio. Questa considerazione ovviamente non è esposta per fare cose come i bambini ,ma esiste come esistono altre misure e devono essere evidenziate e corrette come si fa con le Pensioni ,non si puo’ essere fiscali solo con il Lavoratori .Un saluto ai Signori del Sito . Buon Lavoro

raffaele, ti rispondo io; il politico arriva nel parlamento e con il discorso che è stato eletto ha tutta una serie di privilegi; e considerando che le leggi le fa il parlamento si fa anche le leggi a proprio favore; trovano la scusa che sono pochi i parlamentari; per milioni di persone invece il problema è diverso; diciamo che in questa fase l’europa, con il fatto che deve darci tanti soldi chiede riforme in cambio; e sulle pensioni c’è la legge fornero; e poi ci sono le raccomandazioni di ridurre il debito pubblico; le alternative sono poche: non pagare le pensioni o non far andare chi ancora non c’è andato in pensione? saluti a te, ai gestori del sito e al dott. perfetto

Lei ha perfettamente ragione, ma non crede che ci siano anche dei lavori che non possono essere svolti da macchine e non sono di ufficio? Per queste persone cosa bisogna fare, morire al lavoro? Io sono un manutentore di ascensori, una categoria che esiste per legge, ma che non è considerata, il nostro è un lavoro che sicuramente porta un’usura psicofisica, ma non è chiaro dove siamo collocati, mi creda che dopo 41 anni di lavoro è difficile non avere problemi di salute. Credo che ci vogliano delle differenzazioni per le varie categorie lavorative. Il politico oggi in Italia può lavorare fino a 90 anni, ma un ascensorista rischia di morire e di fare male anche agli utilizzatori.

Egr. Dott. Perfetto, Personalmente ritengo occorra modificare un pò il punto di vista del rapporto tra lavoratori e pensionati. Questa nostra Italia è ormai resa poco efficiente ed efficace da questi semplici ragionamenti, basati sull’equilibrio delle cifre del dare e avere. Questa nostra Italia ha bisogno di cambiare registro, deve far assolutamente lavorare i nostri giovani che pieni di vigore ed efficienza, vogliono costruire il proprio futuro. Allo stesso tempo, evitare che chi ha raggiunto tanti anni anagrafici e contributivi, manifesti in un modo o nell’altro evidente stanchezza fisica e psicologica. Questo meccanismo consentirà un aumento dell’efficienza della forza lavoro e una maggiore efficacia sui risultati che ne derivano. Ragionare sull’età anagrafica perchè non si possono pagare le pensioni perchè i posti di lavoro diminuiscono, perchè ci nono meno nascite, e via dicendo è solo un incartarsi sempre più. Oggi soffriamo esattamente di questo e i nostri migliori cervelli, spesso vanno via e i nostri operai, stanchi, sono meno efficienti e la nostra pubblica amministrazione spesso è dormiente secondo una logica di “aspetto di andare in pensione” . Dobbiamo cambiare il punto di vista su cosa significa andare in pensione, su cosa significa avere una forza lavoro vecchia con la nuova generazione di lavoratori “ferma” in attesa che si liberino posti di lavoro. Personalmente ho 61 anni e 41 di servizio e… onestamente sono stanco di lavorare. Continuo a farlo perché non posso andare in pensione, continuo a farlo pensando che un ragazzo sarebbe più efficiente, volenteroso, preparato, così come ho fatto io quando ero solo un giovane ragazzo, che voleva farsi strada e amava il suo lavoro. Ragioni per favore sull’efficienza di cui questa Italia ha bisogno, sui nostri ragazzi migliori che se ne vanno, sulla nostra pubblica amministrazione spesso “spenta” e sulle nuova famiglie che non procreano in attesa di poter lavorare. Forse l’equilibrio desiderato tra lavoratori e pensionati, potrà manifestarsi, potrà prendere corpo, con la soddisfazione di pensionati e nuove generazioni al lavoro. Grazie per la sua gentile lettura di questo commento.

L’analisi è corretta ma il lavoratore dipendente ha già pagato per la sua pensione e ne avanza per altri. Oltretutto ci sono lavori che puoi continuare a svolgere altri che richiedono un fisico meno usurato. Io attendo fiduciosa il rinnovo di opzione donna nonostante la decurtazione scelgo la libertà. Lavoro e pensioni vanno di pari passo. Bisogna dare stabilità ai nuovi entrati per permettere a chi vuole lasciare il lavoro lo possa fare

Questa è come la scoprta dell’acqua calda. Ci sono soldi per fare tutto, ma bisognerebbe fare delle scelte. Nessuna categoria o lobbies è però disposta a mollare un centesimo. Alla fine vengono penalizzati sempre i più deboli. Questa non è democrazia, siamo governati da oligarchie. A questo punto servirebbe o una rivoluzione ( ma in Italia mi vien da ridere) oppure cercare almeno di non ottenere peggioramenti (come è stato con la Fornero) che non è cosa da sottovalutare e magari piccole concessioni (esempio togliere l’assurda finestra di 3 mesi) per fermare questa emorragia di piccoli e grandi furti ai danni dei lavoratori. Siamo un paese vergognoso.

Sottoscrivo in pieno la tesi di Luca… I soldi ci sono bisogna fare un po’ di ordine e giustizia sociale, nessuno vuole mollare privilegi ecc . Basta con queste balle che continuano a propinare alla gente, Andate a vedere ad esempio l’ultima truffa riguardante l’INPGI in merito alle pensioni . Qui mi fermo sennò divento volgare

ToH! guarda, l’INPS non ha soldi, ma la legge di Bilancio per il 2022 in quattro e quattrotto “carica” l’istituto di altre pensioncine……. Altri soldi che anzich’è andare per i 41 / 62 vanno piuttosto a “donnine di facili costumi”. “Come è noto, la legge di Bilancio per il 2022 (n. 234 del 30 dicembre 2021) al fine di garantire la tutela delle prestazioni previdenziali dei giornalisti che svolgono o hanno svolto la professione nell’ambito di un rapporto di lavoro dipendente, ha statuito, con effetto dal 1 luglio 2022, il trasferimento all’INPS della funzione previdenziale svolta dall’INPGI riferita alla Gestione sostitutiva dell’A.G.O. (c.d. “INPGI 1”). Di conseguenza, a decorrere dalla predetta data, l’INPS subentrerà all’INPGI nella gestione dei relativi rapporti assicurativi previdenziali, sia per quanto riguarda le posizioni dei lavoratori attivi che dei pensionati.”

Questo è proprio vero. Questa finestra di 3 mesi vuol dire che lo Stato può rubare legalmente. E tra l’altro l’Italia ha l’aliquota fiscale piú alta d’Europa. Veramente un paese vergognoso.

Finiamola con la retorica di regime. I soldi ci sono!!!! In primis dalle tabelle pubblicate su questo sito. Poi…vogliamo parlare di conti? Ebbene; tenetevi forte! 200 Mld annui di evasione fiscale…60 Mld di evasione contributiva…10 Mld di Rdc (farlocco)…15 Mld da oltre un decennio per accoglienza di finti profughi dall’ Africa…e…1500 Mld di mancate riscossioni da parte dell’erario, che tradotto in termini pratici, stanno a significare metà debito (fonte: Ruffini-Direttore Agenzia delle entrate). Quindi? Di cosa stiamo blaterando?

E hai dimenticato i 10 / 12 miliardi causa pandemia risparmiarti dall’INPS quindi pensa un po’ certo che ci sono i soldi eccome se ci sono!!!!!!!

Quando vogliono i soldi li trovano sempre, quindi la situazione si incancrenisce sempre di più e il disagio aumenta per i poveri cristi che si trascinano per mille motivi e non ne possono più- hanno risparmiato fior di miliardi con quota 100 e con i morti di covid , quindi ciò vuol dire che non c è volonta ‘di agire per riformare il sistema, nemmeno una misera uscita con doppia quota che costerebbe poco allo Stato, mentre stiamo vedendo i miliardi che mettono in campo per le altre riforme- mi chiedo, cosa dobbiamo pensare di fronte a questo atteggiamento di Draghi? che pensa solo a ciò che fa piacere alla UE? qua ci sta da fare una sola cosa…….scendere in piazza…….purtroppo soli, perchè abbiamo capito i sindacati da che parte stanno !!!!!

Non so se succede solo nel mio comune, ma credo sia prassi abituale, che pochi mesi prima delle elezioni, i sindaci e di conseguenza i partiti che li sostengono, per garantirsi l’elezione per il mandato successivo, iniziano ad esempio a riasfaltare strade che per anni facevano invidia alla luna per quanti crateri avevano, e altri lavori da esibire ai loro concittadini. E’ inutile negarlo, tutti i politici anelano a rientrare a palazzo, e sanno benissimo che il sistema previdenziale è da rivedere perché ogni giorno si levano sempre più forti le critiche dai cittadini. La riprova di ciò è che il teatrino si è rimesso in moto da qualche giorno, e più si avvicinerà la scadenza più si farà turbolento questo scenario che verrà costellato di promesse da tutte le parti in causa, sindacati compresi. Questa volta però c’è un elemento in più. Due anni di pandemia, peraltro non ancora terminata, una guerra che ha ulteriormente messo alla prova la nostra economia e le conseguenze che ne sono derivate hanno portato la gente all’esasperazione e questa volta non si accontenterà più delle solite vuote promesse o delle solite scuse, come usare la guerra come motivo dell’impossibilità di intervenire in questo comparto perché non ci sono risorse oppure dicendo che i problemi da risolvere sono altrove; non ci crederà perché quando si vuole in poche ore si sono trovate decine di miliardi per arrivare a spendere il 2% del PIL in armamenti. Questa volta il giudizio degli elettori sarà su quanto avranno fatto, non su quanto promettono di fare. Al 1 gennaio del 2023 rimarrà la fornero? Chi non l’avrà cambiata ne pagherà le conseguenze in termini elettorali. Concederanno la flessibilità dai 64 anni? Perderanno una grossa percentuali di voti. Sarà dai 62? Ne perderanno ancora tanti ma un po’ meno. Sarà molto penalizzante dal punto di vista dell’importo? Altri voti persi. Non serve il sondaggista per fare queste banali previsioni. E questa volta non ci saranno 630 seggi alla camera e 315 al senato ad attendere le loro nobili chiappette ma solo 600. Buona sedia a tutti, anche se già da ora per 345 di loro quella sedia sarà solo un miraggio, quindi affrettatevi a stupirci finalmente con qualcosa di utile per i cittadini perché i posti sono pochi e il tempo stringe.

Egregio Dott. Perfetto, mi dispiace davvero tanto che lei scambi le nostre rimostranze per un baratto, fino a prova contraria chi ha sempre barattato e ricattato, non solo i lavoratori ma i cittadini in generale, sono stati sempre ed esclusivamente i politici, di ogni colore, “se mi dai il voto, ti do il lavoro”. Non è certo colpa dei lavoratori il calo delle nascite, l’invecchiamento della popolazione, l’aumento del debito pubblico, l’inflazione ecc. ecc. ecc. Loro, i politici, sono strapagati, da NOI, per risolverli i problemi, non per farci quotidianamente l’elenco di ciò che non funziona, stanno li per questo con tutti i loro privilegi e i loro benefit, loro sistemano a vita se stessi ed i loro familiari. Alla fine sembra che la colpa di tutte le difficoltà siano da attribuire ai lavoratori e ai giovani, poi non si lamentassero dell’astensionismo alle urne, la gente non va a votare perchè non crede più a coloro che stanno lì per risolvere i problemi, da non confondere con il baratto!!! Vogliamo parlare poi del reddito di cittadinanza che paga, con i nostri soldi, la gente per stare a casa a non fare niente, è cronaca di tutti i giorni di somme molto rilevanti truffate da chi non ne ha diritto, e quelli sono tutti soldi pubblici che potrebbero essere utilizzati per risolvere i problemi di chi ha lavorato, pagato i contributi e le tasse!!!

Francesco la parola ‘baratto’ scusandomni anche del termine volutamente forte é mia non del Dott. Perfetto!

Ma chi veniva scoperto che percepiva il reddito di cittadinanza non avendone diritto e appunto truffando lo stato non doveva finire in carcere? A me non risulta che qualcuno di questi truffatori sia in carcere anzi risulta che in carcere ci siamo paradossalmente noi che tutte le mattine alziamo il C..o dal letto da più di 40 anni e non riusciamo ad andare in pensione. Povera Italia anzi poveri noi lavoratori onesti.

Sig. Francesco 1961, concordo con lei che “non è certo colpa dei lavoratori il calo delle nascite, l’invecchiamento della popolazione, l’aumento del debito pubblico, l’inflazione ecc.).

Ma ora mi dica: lei davvero pensa che politici, parlamentari, ministri, funzionari, consulenti a vario titolo, sebbene siano strapagati, siano anche capaci di risolvere i problemi che abbiamo?

Io parto dal presupposto che politici, parlamentari, ministri, funzionari, consulenti a vario titolo, proprio perché sono strapagati, una qualche caratteristica che li valorizzi devono pure averla.

Vede, sig. Francesco 1961, quando frequentavo la terza media c’era un mio compagno di classe che era anche capoclasse perché era il primo della classe (sempre voti eccellenti). Eccelleva in tutte le materie, eccetto in Educazione fisica. Quando il professore di Educazione fisica ci chiedeva di salire sulla pertica o sulla fune, quel mio compagno di classe arrivava appena alla metà della pertica o della fune. Non riusciva ad arrivare in cima alla pertica o in cima alla fune, nonostante il suo massimo impegno. Lo si vedeva che poneva una mano sopra l’altra per sollevare più in alto il proprio corpo (un po’ pesantuccio per la verità), senza però riuscirci, rimanendo nello stesso posto.

Dei nostri politici, parlamentari, ministri, funzionari, consulenti a vario titolo io penso questo: essi si impegnano al massimo, ma non ce la fanno a produrre i risultati che dovrebbero. Tutto qua. Se qualcuno pensa di essere più capace di loro, si candidi, si faccia eleggere e porti avanti con determinazione il programma elettorale che si era impegnato di realizzare nei confronti dei suoi elettori.

E veniamo al Reddito di cittadinanza che, come dice lei, “paga, con i nostri soldi, la gente per stare a casa a non fare niente”.

Nel suo libro intitolato “Teoria generale dell’occupazione, dell’interesse e della moneta”, Keynes afferma: “Se non è possibile accrescere notevolmente l’investimento, evidentemente non vi è alcun mezzo per assicurare un livello più elevato di occupazione se non accrescendo il consumo”.

Ora, io non credo affatto che il politico, parlamentare, ministro, funzionario, consulente a vario titolo del M5S che ha inventato il Reddito di cittadinanza sia un keynesiano. No. Ma è pur vero che il Reddito di cittadinanza incide sui Consumi (più precisamente, sui consumi cosiddetti “esogeni”, cioè indipendenti dal reddito da lavoro).

Il reddito di cittadinanza, contribuendo a stimolare i consumi, contribuisce a stimolare la produzione e quindi l’occupazione. E quindi, indirettamente, il Reddito di cittadinanza contribuisce anche a “risolvere i problemi di chi ha lavorato, pagato i contributi e le tasse”.

Se i risultati sono al di sotto delle aspettative, è perché il Governo e il Parlamento, pur impegnandosi a fondo nelle rispettive cariche, tuttavia non sempre sono guidati da una chiara visione di dove andare. Sono persone che non percorrono una strada che già esiste, vanno a tentoni, “provando e riprovando” (avrebbe detto Dante), percorrendo la strada strada facendo.

Ci vogliono costringere ad accettare la proposta Tridico rimettendoci pesantemente e senza alcuna garanzia che una volta accettato il sistema contributivo non rimanga anche al raggiungimento dei 67 anni .

Il ragionamento è ammissibile ma così facendo ogni anno ci saranno altre difficoltà e quindi niente cambierà. Credo sia ora è non tra anni attuare questa procedura di pensionamento. O i 41 anni o 62 anni anagrafici. Molti lavori dopo i 60 anni sono troppo duri per continuare a lavorare e mantenere i giovani disoccupati.

Forte e chiaro, è inutile cercare le migliaia di motivazioni del perché siamo in questa situazione, oggi la realtà è questa. Per questo motivo anche se con tutte le dovute cautele io sono propenso ad accettare la proposta Tridico, per quanto non eccelsa per i lavoratori è comunque una … scappatoia, che può non piacere ma credo che rimanga l’ultima spiaggia. Saluti a tutti.

NON C’È MODO. Peccato che dove si vogliono trovare i quattrini si trovano senza problemi. Sarebbe da disquisire a lungo sulla sua analisi ma, mi limiterò ad un paio di considerazioni. La prima, in un sistema a ripartizione, non ci possono essere diritti acquisiti, se una modifica dei parametri deve essere, tale deve essere per tutti. La seconda, sarebbe francamente ora di separare la previdenza dall’assistenza i n modo che , finalmente, l’ipocrisia trovi la sua nemesi. La verità è che al sistema servono schiavi, perché chi siede comodamente nella lettiga, non debba sporcarsi le scarpe a camminare con le sua gambe.

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