Blog: #BARVxL: Cultura & Economia - Blue economy or black economy? - Articolo di Mister Josh

2022-05-13 19:23:21 By : Mr. Robby Tse

Un minuscolo virus, per portare benefici economici a determinate nazioni, ha finito per seminare inutile panico, generare a catena paure del tutto immotivate (perchè è così che si mette sotto scacco e sotto i piedi la popolazione), le pestilenze architettate nei "laboratori della morte" hanno un unico scopo malefico: mettere in ginocchio, intere economie e normali svolgimenti socio-culturali di un Paese. Qui devo fare una disamina più accurata ed addentrata. I popoli che nel tempo hanno usufruito di tutto quello che le lobby legati alle più potenti massonerie, sono quelli che crollano con un soffio di vento. I popoli abituati a soffrire non si faranno mai mettere la testa nel sacco, facilmente, sono abituati a soffrire e lottare per la sopravvivenza, inoltre, sanno bene nomi e cognomi di chi sono gli artefici delle manovre "psico-terroriste". Si parte dal lontano 1996-1997: la scoperta della telefonia mobile, dove vede una alterazione tipo matti da infilare la camicie di forza, e dopo qualche anno quegli stessi pazzi da legare (anche se avevano ragione da vendere) diventarne "schiavi" di quel consumismo che li divorerà (in tutti i sensi). Ma per adesso accantoniamo tale discorso. Quel minuscolo virus, dicevo, che potenzialmente non è stato, né continua ad esserlo pericoloso, in quanto sezionato da un ceppo di una ramificazione di virus di tipologia influenzale, l'unico ad avere una rapida propagazione.  Ma occorre l'aiuto di tutti. Così, con l'aiuto di medici "coperti dallo scudo sanitario", aiutati da giornalisti e TV, ì molto compiacenti, da una serie mortificante di "fake news" sui socile network, in parole povere, da coloro che dovrebbero fare informazione VERA e sincera, ma si mettono a sbriatare, meglio dire a vomitare "puttanate" e aizzare la gente seminando detestazione ed odio! Lo sterco del denaro, anche stavolta, ne tira a sé all'inferno una enorme fetta della gigantesca torta, che come al solito, gli "sponsor", chiamiamoli così, sono  pronti ad offrire per raggiungere il loro unico obiettivo.  Altra parentesi: coloro che hanno in mano una torta da 1000 trimiliardi di dollari, anche se comprano un giornalista o uno che fa TV, per 20-30  mila euro, è come se comprasse uno schiavetto del XXI° secolo per soli 10-15 euro! (il rapporto è pressapoco quello). Arma per fare addormentare le coscienze dei popoli (in primis chi segue a moscacieca la Chiesa, la Santa Sede, perfetto "oppio dei popoli", intesa come persone che gestiscono e maneggiano denaro, quindi un secondo Dio a convenienza, a proprio uso e consumo), l'arma più potente, da migliaia di secoli, è il terrore, accoppiando d'evitare la meritocrazia a tutti i costi, perchè indurrebbe a studiare, a documentarsi, a rovistare cultura e "mangiarsi" libri di ogni genere. La popolazione, per averla in pugno, va tenuta in uno stato di ignoranza (qui subentra il cellulare, la TV spazzatura, i social network, le visioni della partite di calcio in continuazione, i video giochi, nessun filtro alla pornografia dilagante), finisci per averli in pugno come e quando vuoi, è assodato al 100%.  I politici veri, gli oratori degli anni '60-'70 e metà anni '80, inducevano i giovani a studiare, ad acculturarsi, era un continuo promuovere borse di studio da colui o colei, che era stato/a nominato/a ministro alla Cultura ed alla Pubblica Istruzione. I veri politici, sapevano bene che avere in giro per il mondo uomini e donne che rappresentavano il tricolore italiano sarebbe stato un fiore all'occhiello, un ottimo biglietto da visita per se stessi, nei loro colloqui internazionali. Un popolo si misura dalla sua intelligenza, dal suo saper fare e dal suo far sentire la propria voce, sempre e comunque. Cito le parole dell'ex Presidente della Repubblica, Pertini: "Quando ad un popolo cercano di togliere dignità e libertà, costoro devono uscire in massa nelle piazze per ribellarsi con bastoni ed altro, per cacciare via il nemico, poichè la loro libertà e dignità non ha prezzo!". La frase l'ho sentitezzata. I cattivi hanno riempito molto di più i cimiteri di cadaveri, fatto chiudere ogni sbocco economico... Tranne tabacchini (63% accisa va allo Stato), benzinai (65% allo Stato), alimentari, sull'alcool (67% d'accisa va sempre allo Stato), giochi, compreso le scommesse sul calcio  (il 65% degli introiti va allo Stato).  In poche parole, hanno fatto cassa solo i governanti italiani, non è affatto così in nessun altro stato, Africa, Sud America ed estremo Oriente (tranne il Giappone) inclusi. L'INPS ed il Ministero della Sanità, con la morte dei pensionati, nonchè dei prossimi pensionati (ora avete capito il perchè dell'accanimento sugli over 50?), ha avuto più di una lunga boccata di ossigeno!  Non voglio addentrarmi di più, in quanto c'è molta altra carne al fuoco! Le cause nefaste di questa pandemia architettata hanno colpito molte donne ed uomini in piena età procreativa. Delle cavie umane sottoposte di spontanea volontà (se sei morto, o ti è morto un caro, ti sei, si è, SUICIDATO, così il Tribunale di Parigi nell'ultima sua sentenza per addossare ogni colpa su chi ha perso la vita, per voler assecondare le malate ISTITUZIONI)  il tutto, signori miei, a zero centesimi, e ribadisco: zero! La Big Pharma, dà un calcio nel sedere e manda tutti quelli che con due fette di fiorentina sugli occhi e le otrecchie tappate, si sono sottoposti al "Volere del diavolo!" Coloro che non hanno una difesa immunitaria resistentissima (tipo muraglia cinese) subiranno col tempo l'attacco famelico degli agenti presenti nel composto, con  la funzione di scardinare le difese immunitarie sino ad azzerarle.  Lo so bene, a nessuno piace leggere cose brutte ed atroci, nemmeno a me, mai piaciuto, ero un emotivo all'ennesima potenza!  Ma se non prendiamo, una volta per tutte, conoscenza e coscienza di quanto una parte del mondo si sia accanita sulla popolazione, ci faremo decimare peggio di una guerra nucleare. Lo so, a pagarne il prezzo salatissimo, purtroppo, e le varie conseguenze, per anni, sarà sempre la povera gente, sempre, comese  fosse una guerra continua, ma lo è in affetti, ne ha tutti i connotati, se vogliamo metterci a riflettere attentamente, sino a calarsi nei sottofondi marini! Il popolo che inizialmente, raccoglieva firme, anche porta a porta, per fare disinstallare i primi ripetitori ad onde moderate medio-corte, affinché facessero funzionare la telefonia mobile. Dopo qualche anno, come puri idioti, li ho visti col gingillo in mano.  Altri erano come ammattiti, volevano quello da 1.200.000  delle care vecchie lire, sì, l'ultimo modello della Nokia, Samsung, oppure della Sony-Ericsson!! Così si vedevano i perfetti idioti con i telefoni finti di plastica andare su e giù per le vie dei luoghi ove vivevano, ma se volevano fare colpo sull'invidia degli altri, bastava si spostassero di 5-7 km. Io allora ridevo, li prendevo in giro, ma oggi col prossimo avvento del G6 (vogliono letteralmente fulminare l'umanità). Lì ho capito quanto la gente sia ebete, volevo dire una parolaccia, credo non sia il caso, tanto ormai la frittata è fatta!  I colossi della telefonia (sono un amante dell'economia, mangio letteralmente i calepini societari delle aziende quotate nelle maggiori borse internazionali), avevano, come sono solite fare, previsto tutto quanto! Sotto le sponsorizzazione miliardarie delle famiglie massoniche, nonchè dei 100 filantropi nelle hit parade, dei più ricchi del mondo, hanno dato il compito alla famosqa IBM, oggi la trovate col nome LENOVA. Poi sono venuti fuori come i funghi tutte le altre aziende, perchè la richiesta era maggiore dell'offerta, ecco perchè costavano cifre davvero spropositate! Faccio un passo a quanto stavo dicendo. Con il virus-pipistrello (che cavolate!) ci hanno indotto, macchè, intimato a chiudere tutto: negozi, attività, produzione, centri di ricreazione, barricarci in casa per sopravvivere. Il tutto per un periodo piuttosto lungo, circa 26 mesi (per me che sono un DIFETTO di FABBRICA, anarchico e contro ogni forma di istituzione, il periodo è stato molto più lungo: 28 mesi).  Ma un buon 20% si è chiesto il perchè Giuseppe Conte se ne va via per lasciare il suo posto ad un... distruttore, che come aveva fatto anni fa con la Grecia di Tsipras, viene inviato dalle Forze Occulte per devastare la sua stessa nazione: l'Italia! Missione: portarla presto al default annunciato da anni, l'UE è come il gioco del domino, i debiti  vengono accollati alla banca centrale, quella d'Italia, nel nostro caso, per poi ripartirlo in parti più o meno uguali a tutte le altre banche più o meno sull'orlo del fallimento, quelle in cui i signori politici detengono grosse quote (vedi Monte paschi Siena) si dice in gergo economico che si lancia un paracadute per poterla salvare dal default, chi paga tale quota è sempre il popolo, unici beneficiari, i politici detentori di azioni e derivati collegati, come i warant oppure i founf edge. Se l'Italia, è solo questione di tempo, gli aumenti spropositati del grano, ovvero principale bene di consumo: farine, pasta, pane, e tutto quello che si fa con la farina, danno l'avviso del suo arrivo. Chi dovrà pagarne il debito, o meglio la voragine fatta dal dopo guerra in poi? Il POPOLO. Semplice, no? Altrimenti, la politica non la si farebbe per soldi, la politica italiana è esclusivamente fatta per soldi, per lauti interessi, colui che dice che lo fa per amore del popolo italiano, per una passione che coltivava da piccolo, è un emerito ... bugiardo. Quello che è certo, è che lo sviluppo, che, come umanità, abbiamo scelto non si è dimostrato più forte delle disavventure e (forse) abbiamo capito che nulla ci è dovuto, per intercessione divina, e che il castello di sabbia  costruito con pazienza ed amore, può crollare da un momento all’altro. Siete sicuri che tutto filerà liscio esattamente come prima?  Oggi, tuttavia, la parola d’ordine è ripartire più in fretta possibile, perché si sono persi tanti soldi, il PIL (Prodotto Interno Lordo) è crollato, il che significa, per chi non fosse abituato a certe sigle, che non sono state scambiate merci con il ritmo che uno si aspetta dalla società dei consumi. Questa furia di ripresa (che è perfettamente comprensibile e, tutto sommato, anche condivisibile) fa pensare che si riprenderà proprio dal punto di interruzione. Vedremo cosa accadrà al prezzo del greggio, che veniva regalato durante questi mesi, anzi vi pagavano pure per portarlo via, un po’ come quando dovete sgombrare una cantina e chiamate una ditta che si porti via tutte le cianfrusaglie che vi avevate riposto. Il prezzo del petrolio presto aumenterà di nuovo, perché la maggior parte delle industrie, tutti i mezzi di locomozione ne continueranno ad avere bisogno. Anche se ci sono casa automobilistiche (vedi la FIAT) che hanno dentro prototipi perfettamente funzionanti di auto e camion che funzionano ad idrogeno, il primo prototipo fu mostrato al pubblico nei primi anni '60, ma i costruttori dissero che già era pronto negli anni '50! Pochissime nazioni hanno seguito la strada del "green economy" (Finlandia, Norvegia, Danimarca, Svezia, su tutte) anche se i costi di trasformazione, essendo basata su tecnologie innovative, hanno un costo non alla portata di tutte le nazioni, è pure vero che poi spendono in armamenti tre volte di più! La green economy sarà la netta divisione (come sempre) dei Paesi ricchi da quelli poveri.  Detto questo, vediamo come Gunter Pauli, assai prima della crisi da Coronavirus, ha interpretato la questione e come ha proposto di venirne fuori. Prima di proseguire permettetemi di aprire una parentesi che credo sia importante e vada fatta adesso: nonostante alcune uscite a dir poco improbabili dei giorni del coronavirus, quando è stato chiamato a dare qualche consiglio al premier Giuseppe Conte, ho valutato le sue parole per quanto ha fatto prima, in relazione alla nascita e all’organizzazione della Blue Economy. Anche se in rete si trovano mille dubbi sul valore di questa strategia, conoscerla è importante, ciascuna delle quali ha i suoi detrattori e i suoi avversari. Le informazioni che seguono sono tratte dal suo libro: “Blue economy 2.0”, edito da Edizioni Ambiente nel 2015, la fonte principale di quanto segue. La prima domanda che potreste farmi è: “Perché parlare ancora di blue economy, quando lo avevi già fatto diversi anni fa, seguendo il primo libro di Pauli.  “Blue economy del 2010?”. La risposta è piuttosto semplice. Perché le cose, anziché migliorare, sono sempre peggiorate e le proposte che vengono fatte a livello mondiale non soddisfano quelli che si preoccupano dell’ambiente e del futuro dell’uomo, anziché discutere su quisquiglie del tutto inutili e fuorvianti. Una di queste riguarda un grande dubbio, che salta fuori in continuazione: “É vero che l’emergenza clima dipende dall’attività umana?” "Negazionisti e lobbisti delle grandi multinazionali dicono di no, ma che tutto dipende da eventi naturali come una particolare attività solare o roba del genere. Che senso ha farsi questa domanda se, di chiunque sia la colpa, siamo nella cacca fin sopra la testa? Noi non possiamo modificare i cicli solari o altre cose di cui la fantasia negazionista si riempie la testa. L’unica cosa che possiamo fare è modificare i nostri comportamenti, i quali, sia che l’emergenza climatica dipenda da noi, i dati ad oggi, non sono virtuosi, nè buoni, nè più tollerabili, come dimostrano migliaia di studi in questo senso. Guardiamo, invece dei valori dei gas serra presenti in atmosfera, quanta CO2 (anidride carbonica) di cui  la produzione mondiale immette e non avremo dubbi che, riducendola, si ridurrà “progressivamente” anche il problema del climatico.  Non voglio tornare su questa questione. Non voglio discutere coi negazionisti, non mi interessano le bugie che inventano e le analisi puerili che i loro sostenitori si ostinano a fare. Volete che il mondo continui a comportarsi così?  Allora preparate i vostri figli ad un’era terribile, fatta di siccità, di carenza di cibo, di emigrazione massiccia dai paesi più poveri, di sommosse e di guerre. Non lo dico io, lo dice la CIA, che potrete giudicare moralmente malissimo, ma che ha strumenti di verifica delle situazioni che tutti gli altri si sognano".   La Blue economy, ormai non è più un progetto nascosto e per pochi intimi. Sono centinaia i progetti che ne fanno parte, con un sacco di soldi investiti e di posti di lavoro guadagnati. Parliamo di miliardi nel primo caso e di diversi milioni nel secondo. Queste, va sottolineato e ben compreso, non sono previsioni o ipotesi. Si tratta di dati confermati dai fatti, di imprese che già stanno lavorando da anni, usando i progetti di ZERI, l’organizzazione di cui parleremo più avanti. Così le storie dei pionieri di questo nuovo mondo, da quelle di Paolo Lugari in Colombia a quella di padre Nzamujo in Benin, a quella di Chido Gowero in Zimbabwe e a molte altre, sono state solo il trampolino di lancio di centinaia di iniziative, le quali, come vedremo in queste puntate, hanno coinvolto il mondo dell’imprenditoria anche ad alti livelli, coinvolgendo cioè aziende con moltissimi dipendenti e fatturati notevoli. Questo grande passo in avanti, che non sembra potersi fermare facilmente, fa sì che sia ora di capire cosa bolle in pentola e cosa c’è dietro questa scelta coraggiosa e decisamente alternativa. Si intende che tutte le strategie che si muovono verso la sostenibilità e l’eco-compatibilità vanno benissimo e devono essere mantenute e rinforzate. Così i paletti messi da molti stati (Europa in testa) in quanto a riduzione degli sprechi, ottimizzazione degli impianti, riduzione della produzione dei rifiuti, maggiore utilizzo delle fonti rinnovabili, riduzione drastica delle emissioni climalteranti … tutti questi paletti, che rientrano nella logica della green economy, vanno benissimo e devono essere sostenuti dagli stati e dai cittadini senza se e senza ma. Il problema della blue economy è che nessuno ne parla, sembra essere un mistero molto misterioso, soffocata, probabilmente, dal desiderio della produzione occidentale di continuare a fare affari cambiando semplicemente i macchinari e le tecniche di produzione. In altre parole, sostituendo alla tecnologia attuale una tecnologia diversa, altrettanto costosa, come già accennato prima. La prefazione al libro di Gunter Pauli, “Blue economy 2.0”, è di una donna italiana, una delle grandi eccellenze della green economy, Catia Bastioli, amministratore delegato di Novamont, presidente di Terna e presidente del Kyoto Club. Per i pochi che non lo sapessero Novamont è una grande azienda chimica italiana, con sede a Novara, particolarmente attiva nella produzione di bio-plastiche. Suo il marchio “Mater-bi”, compresi molti dei sacchetti che troviamo all’interno dei supermercati. Terna, invece, è l’azienda che gestisce la trasmissione dell’elettricità in Italia. Il Kyoto Club, infine, è un’organizzazione non profit, che riunisce aziende, esperti, amministratori locali, associazioni, con l’obiettivo di ridurre le emissioni di gas serra nell'atmosfera.

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