Le ultime notizie sulla guerra in Ucraina, in diretta
È una azienda non quotata in Borsa, che fattura «solo» 200 milioni di euro all’anno, dei quali investe tra il 3 e il 5% in ricerca e sviluppo, quindi al massimo 10 milioni di euro l’anno. Eppure Fameccanica, azienda del chietino specializzata nella progettazione e produzione di linee (cioè macchinari) per i beni di largo consumo e leader nel settore dei prodotti igienici monouso (come i pannolini e gli assorbenti), è prima in Italia per numero di domande di brevetti. Nel 2021 ne ha presentate 85 presso lo European Patent Office , davanti ad aziende con le spalle (e fatturati) molto più larghi, come il fornitore di macchine per tabacco G.D che ha richiesto 54 brevetti e il gruppo Pirelli con 52 richieste e ad altri big come Leonardo, Eni e Prysmian. Attualmente ha un portafoglio di oltre 700 brevetti.
La nascita nel 1975 con Francesco Angelini
La storia di questo gioiellino italiano dell’industria meccanica comincia nel 1975, anno in cui nasce a San Giovanni Teatino all’interno di una famiglia che in Abruzzo e in Italia è diventata una dinastia industriale: gli Angelini. È il lontano 1919 quando Francesco apre ad Ancona il laboratorio farmaceutico, poi diventato una multinazionale attiva in 26 Paese e con 1,7 miliardi di fatturato. Ed è il nipote omonimo, figlio di Igino, a fondare Fameccanica. Da San Giovanni Teatino l’azienda cresce anche grazie alla partnership paritetica iniziata nel 1992 con Procter and Gamble e si espande aprendo sedi a Cincinnati negli Usa e a Shanghai in Cina. Il gruppo Angelini Industries ne ha ripreso il pieno controllo da pochi giorni, dopo aver rilevato il 50% da P&G.
Qual è il segreto di tanta capacità di brevettare? «Facciamo innovazione in tutte le nostre sedi - dice il direttore generale Alessandro Bulfon - e chiediamo ai nostri dipendenti di essere un bacino di idee. Tutti i nostri dipendenti possono partecipare attivamente e proporre idee e progetti attraverso un portale dedicato. La gestione delle nostre idee e dei nostri brevetti è molto più fruttifera perché abbiamo risorse umane capaci che credono nel futuro dell’azienda in un sistema di lavoro di squadra. L’obiettivo è l’innovazione continua, la creazione di una cultura dell’innovazione trasversale a tutte le aree funzionali e aperta alla contaminazione interna ed esterna».
I tre centri di innovazione
Ma all’innovazione sono dedicati tre centri ad hoc: uno nella sede di San Giovanni Teatino dove lavorano oltre 300 addetti tra tecnici e ingegneri, un secondo negli Stati Uniti, a Cincinnati, con oltre un centinaio di persone e un terzo a Bologna, dove è stato aperto un hub completamente dedicato alla ricerca su nuovi packaging sostenibili . «Sempre con l’obiettivo di migliorare la sostenibilità generale della filiera – spiega Bulfon - a Bologna abbiamo un team che lavora solo sui packaging, con l’obiettivo di produrre nuovi pack completamente riciclabili anche per tipologie di prodotti che oggi hanno poche alternative alla plastica». Dai nuovi macchinari per produrre imballaggi sostenibili a breve uscirà una nuova confezione per «pods» (pastiglie di detersivi) in cartone riciclato e a sua volta completamente riciclabile. Sembra una banalità, ma non è così. «I pods - spiega Bulfon - hanno bisogno di garantire una protezione elevata all’umidità, caratteristica molto difficile da ottenere partendo da materiali cartacei e senza compromettere la riciclabilità totale della confezione. Inoltre è necessario assicurare la totale sicurezza dei bambini con un sistema di apertura “child-proof” , anche in questo caso molto complesso da ottenere con soli materiali cartacei». Poi ci sono le macchine automatiche ad alta prestazione medicale per produrre cerotti.
Nata con le linee per l’automazione dei prodotti igienici monouso come pannolini e assorbenti, dopo l’allargamento alla progettazione e allo sviluppo di linee di packaging più sostenibili, Fameccanica da due anni è entrata anche nella robotica e nei servizi per la produzione industriale dei cosiddetti Fast-Moving Consumer Goods. «Altro importante focus - dice Bulfon - è la robotica e la digitalizzazione in un’ottica di Fabbrica Intelligente, dove macchina e uomo dialogano e si completano per produrre prodotti sempre migliori, riducendo i consumi e le inefficienze, anche in ottica di risparmio di materie prime e di energia». Altro esempio è il «parcel handling», cioè la movimentazione e riconoscimento automatico dei pacchi in movimento che utilizzano soprattutto l’ecommerce e la logistica. Il salto nella robotica è del 2020 e oggi rappresenta già il 30% del fatturato.
La capacità di innovare ha portato l’azienda a crescere in doppia cifra rispetto non solo come giro d’affari ma anche a livello di profittabilità e ad assumere nuovi talenti: negli ultimi 15 mesi sono entrate circa 90 persone (in totale sono oltre 700) e attualmente ci sono posizioni aperte per data scientist, software/automation engineer, mechanical engineer, project manager e process engineer.
di Paolo Manazza e Luca Zuccala
Dichiarazione precompilata online dal 23 maggio: le novità
Caldaie a gas, stop alla vendita dal 2029: nuove regole Ue, cosa cambia per le famiglie
Concorrenza, fisco, appalti: riforme a rilento che preoccupano Draghi
Bonus 200 euro , chi lo prenderà? Come calcolare il reddito (non serve l’Isee)
di Paolo Manazza e Luca Zuccala
Autorizzaci a leggere i tuoi dati di navigazione per attività di analisi e profilazione. Così la tua area personale sarà sempre più ricca di contenuti in linea con i tuoi interessi.