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I dati del 2021 dell’Enac: 144 incursioni in pista, 230 casi di laser contro gli aerei, 464 violazioni dello spazio aereo, 1.315 segnalazioni di prodotti pericolosi nelle stive
Una luce laser sparata contro un pilota in cabina
È stato un anno pieno d’insidie nei cieli e negli aeroporti italiani. Boom di incursioni nelle piste a pochi metri da un velivolo in movimento, boom di luci laser sparate in faccia ai piloti durante il decollo o l’atterraggio, boom di sconfinamenti nello spazio aereo da parte di jet non autorizzati e boom di oggetti pericolosi a bordo non dichiarati. E non è soltanto conseguenza della ripresa dei voli, dopo il coronavirus, e quindi dell’aumento dei passeggeri. Nel 2021 è stato battuto il record storico di segnalazioni da quando è stata prevista la creazione dei database di sicurezza dagli organismi internazionali.
La fotografia — che per fortuna racconta situazioni pericolose sì, ma che non hanno causato vittime — la offrono i documenti aggiornati dell’Ente nazionale per l’aviazione civile (Enac). Che segnalano come, in proporzione, si tratti di vicende limitate rispetto a quasi un milione di movimenti aerei. Ma anche l’aumento di alcuni trend da tenere d’occhio, mentre altri sono frutto di un migliore tracciamento e una maggiore ispezione. Però offrono, in generale, un quadro pieno di situazioni rischiose che in qualche caso possono causare danni ingenti.
Prendiamo, per esempio, il capitolo delle incursioni in pista. Si verificano quando un velivolo, una macchina (o un autobus), una persona si trovano nel bel mezzo della pista di decollo e atterraggio senza alcuna autorizzazione. Nel 2021, segnala l’Enac, sono stati denunciati 144 casi negli aeroporti italiani, per un tasso d’incidenza di 1,5 ogni diecimila movimenti: è il dato più alto dal 2015 a questa parte, si legge, ed è di circa il 50% più alto anche del precedente record del 2018. «Le ragioni di questo incremento sono ancora sotto indagine», spiegano i tecnici dell’ente.
Non sono da meno quelli che, soprattutto di notte, sparano delle potenti luci laser contro gli aerei in avvicinamento agli scali oppure appena decollati. L’anno scorso i piloti hanno denunciato 230 casi (che peraltro sarebbero pure perseguibili per legge). È il terzo valore più alto degli ultimi anni, dopo i 289 del 2018 e i 294 del 2019, ma in rapporto ai voli effettuati nel Paese il 2021 ha l’incidenza maggiore: 2,4 casi ogni diecimila movimenti. Dove si verificano più spesso? Napoli ha il primato, seguono Palermo, Bologna e Bergamo, quindi Venezia e Milano Malpensa.
Salendo di quota mostra un trend che allarma anche il fenomeno delle violazioni dello spazio aereo italiano. Nel 2021, calcola l’Ente nazionale per l’aviazione civile, ce ne sono state 464, cioè in media più di una al giorno. I documenti non vanno molto nel dettaglio, ma calcolano che dopo un incremento del 33% nel 2018 e una leggera riduzione nel 2019 (-6%) e il calo significativo nel 2020 per il Covid (-21%), il 2021 ha visto un balzo del 64% rispetto all’anno prima, del 22% rispetto al precedente picco (il 2018).
Sarà la distrazione o il migliore monitoraggio, ma l’anno scorso sono decollate anche le segnalazioni sulla presenza di materiale pericoloso a bordo che, anche se in piccole quantità, possono comunque fare danni. Si è passati dai 3 casi del 2017 ai 1.315 del 2021. Molto spesso si è trattato, segnalano i bollettini dell’Enac, di batterie di scorta «sia litio metallo che agli ioni di litio polimeri» e di caricatori esterni lasciati nei bagagli in stiva con il rischio che prendessero fuoco una volta in quota. Ma non sono mancati nemmeno i prodotti con gas e liquidi infiammabili.
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