©2020 CRM S.r.l. P.Iva 11921100159
U ndicesima puntata della rubrica curata da Roberto Alessi, giornalista e direttore del settimanale Novella 2000, che analizza per MOW le notizie e le indiscrezioni UP and DOWN che più stanno facendo discutere o che, con ogni probabilità, affolleranno siti e giornali di gossip nei prossimi giorni. Stavolta il pezzo forte sono le rivelazioni di Rocco Siffredi e le riflessioni sulla povera Carol Maltesi (Charlotte Angie), attrice porno (e soprattutto ragazza e madre) uccisa e fatta a pezzi dal vicino di casa con cui a quanto pare aveva avuto una storia, Davide Fontana. E poi il perbenismo di Gabriele Muccino sul caso dell'amico Will Smith, Andrea Pucci più pupa che secchione, l'abito costosissimo di Sophie Codegoni, il futuro di Silvia Toffanin e... a tutto gossip.
Sophie Codegoni: 1570 euro di abito. In prestito?
Con il Grande Fratello Vip Sophie Codegoni ha trovato un amore importante (spero per lei) con Alessandro Basciano, e una disponibilità economica eccezionale per una ragazza di 21 anni. Disponibilità che ostenta con la sicurezza di una borghese consumata. Un esempio l’abito indossato a Verissimo, uno chemisier di Etro con stampa paisley (chissà che cosa vuol dire?) costa 1.570 euro. «Tanto non l’ha pagato», mi scrive avvelenato un stylist. Vero? Falso? Di certo il signore ha della ruggine mal digerita.
Gabriele Muccino: un bel tacer (su Will Smith) non fu mai scritto
Un bel tacer non fu mai scritto. Mi ha stupito come un uomo intelligente come Muccino abbia potuto dare contro al suo amico Will Smith. Ha scritto: «Mi dispiace enormemente per come Will sia riuscito a rovinare la serata più importante della sua vita... Il fatto che sia inciampato mi addolora». Così in un tweet Gabriele Muccino commenta l’episodio agli Oscar, quando Will Smith (miglior attore) ha schiaffeggiato Chris Rock dopo una battuta su sua moglie, Jada Pinkett. Anche Muccino s’è accodato al perbenismo? Che sarà mai uno schiaffone a un cafone?
Silvia Toffanin, arriva il bello: l’empatia vince aggressività… e scollature
Ci sono tanti progetti per Silvia Toffanin: «È pronta per altri orari», mi dicono, a Rai 1 oltretutto. D’altra parte è in tv da 22 anni e con il suo Verissimo è riuscita a creare uno stile fatto di educazione (a volte vissuta in tv come una debolezza) che dimentica la grinta a tutti i costi a favore dell’empatia con risate e anche commozione. C’è chi dice: facile se si è la compagna dell’over the top Piersilvio Berlusconi, ma a differenza di altre che piangono e dicono «Ho dovuto dimostrare di più», lei ne è felice: «se non avessi incontrato lui non sarei qui». Applausi!
Pucci: ma Andrea sembra più una pupa che un secchione
Mio padre mi diceva sempre che non bisogna guardare quello che una persona ti ha tolto, ma quello che ti ha dato: il mitico Andrea Pucci ha avuto tanto, tantissimo da Mediaset, ma lui non perdona che a La pupa e il secchione abbiamo preferito Barbara d’Urso a lui. Succede, sapessi quante volte è successo a me! «Mi hanno tolto La pupa e il secchione? E così io stasera sono a Stasera tutto è possibile con il mio amico Stefano De Martino». Letto così Pucci sembra più una pupa che un secchione. Mediaset intanto ha elogiato Barbara d’Urso.
Marta Fascina: la signora sa volare alto
Come avete letto è stato smentito il rumor circolante che voleva in attesa la moglie di Silvio Berlusconi (anche se il matrimonio è stato simbolico quindi forse ancora più profondo). Però anche in questo frangente Marta Fascina è una signora che sa volare alto. D’altra parte la sua laurea conseguita alla Sapienza di Roma in lettere e filosofia l’ha portata alla riflessione. Mi piace anche il suo senso di amicizia: per l’abito ha scelto Antonio Riva, un amico, che ha sempre avuto una passione per Silvio e la sua voglia di vivere.
Loredana Bertè: è nata nel 1950, ma rimane la più giovane
Su Rockol il critico Vincenzo Rossini scrive a proposito della interpretazione della Bertè di “Cosa ti aspetti tu da me”: «Il raschio nella voce di Loredana, il suo afflato pesante e netto, indirizzato con precisione raggelante verso chi sa che deve ascoltare. Che stavolta non ha avuto altra scelta se non fare un unico gesto, decisamente vaschiano: standing ovation Loredana, standing ovation per te”. Il talento è tanto, ma Loredana, nella sua follia, è libera di dire, di fare e di rischiare, e i risultati sono questi. È nata nel 50, ma è la più giovane.
Massimo Boldi: sta bene, e ogni due per tre si innamora
Il ricovero al San Raffaele di Massimo Boldi mi ha fatto venire un colpo, invece era ancora solo per un controllo (anni fa era stato operato). Poi, da bravo ragazzo ha ringraziato: “Un vero grazie di cuore a tutto il personale medico e paramedico nonché a tutti gli infermieri dell’ospedale San Raffaele di Milano”. Se la Bertè è una giovane donna di 70 anni e passa, Massimo invece è un adolescente che non supera i 14 anni, sempre entusiasta anche quando la schiena rompe, innamorato ogni due minuti, goloso come un bambino, purtroppo anche molto ingenuo e certe donne ne hanno approfittato.
Katia Ricciarelli: con Baudo Meglio lasciarsi con una carezza
Sento che per Katia Ricciarelli la storia con Pippo Baudo non è ancora conclusa, al punto da temere di chiamarlo. E mi dispiace: Pippo ci ha messo una pietra sopra dopo il divorzio, però io sono sempre dell’idea che è meglio lasciarsi definitivamente con una carezza e quella carezza non c’è ancora stata. Pippo non ne vuole nemmeno parlare, così come non ha voluto parlare della partecipazione dell’ex moglie al Grande Fratello. Il problema? «Io nella mia vita faccio sempre quello che voglio». Che sia quello?
Antonino Spinalbese: confessare una malattia è già un grande passo
L’ex di Belen e padre della loro bambina Lisa Mari, nata nove mesi fa, confessa: «Ho una grave malattia autoimmune, un problema con cui forse dovrò convivere per il resto della mia vita». Corro su Wikipedia e leggo: «Con malattia autoimmune si indica l’alterazione del sistema immunitario che dà origine a risposte immuni contro componenti dell’organismo umano... I sintomi più comuni includono febbre di lieve entità e una sensazione di stanchezza». Antonino, confessare un problema è già un grande passo. Noi siamo tutti tuoi fan.
Soleil Sorge: per l’ex fidanzato Luca Onestini è rancorosa
Soleil a La pupa e il secchione ha fatto dell’ironia sulle lacrime dell’ex cognato Gianmarco Onestini (bello ma secchione) dopo una discussione con Francesco Chiofalo (pupo simpatico e ignorante). Onestini le ha detto che uno reagisce come crede, lei ha fatto l’antipatica, parte che le riesce benissimo anche se non lo è. Poi via Twitter il suo ex Luca, fratello di Gianma, ha scritto: «Triste cercare di cambiare la realtà per attaccare sì o sì una persona, questo non è opinare ma essere rancorosi».
Una riflessione di Rocco Siffredi sul caso della pornostar fatta a pezzi: «Povera Carol, uccisa tre volte»
Come avrete letto dalle cronache è stato trovato l’assassino di Carol Maltese, nota negli ambienti hard, dagli studi dei porn movie di Praga (set molto estremi), alle piattaforme di OnlyFans, ai locali hot di corso Buenos Aires a Milano, con il nome di Charlotte Angie. Lei è la ragazza che hanno trovato nei sacchi della spazzatura in una scarpata su una strada di Borno, vicino a Brescia, con i carabinieri a risolvere il giallo (erano giorni che ci si domandava chi potesse essere quella poveretta fatta in 15 pezzi, prima bruciata, perfino surgelata e poi gettata).
Un lettore di Brescia News (diretto dal bravissimo Andrea Tortelli) aveva segnalato che dopo aver sentito un’intervista di Charlotte da Giuseppe Cruciani a La Zanzara su Radio 24, aveva trovato le sue foto, così quando il giornale ha scritto che la ragazza aveva 11 tatuaggi, lui ne ha riconosciuti diversi, non poteva essere un caso. E così un giorno (ma era già attenzionato), l’assassino, che aveva avuto una relazione con Charlotte, s’è presentato dai carabinieri di Brescia con un’amica e ha denunciato la scomparsa. È bastato poco, pare, a farlo cadere in contraddizione: ha ammesso, ora è in carcere e spero ci rimanga per tutta la vita anche se credo che tra pochi anni potrei incontrarlo per strada in regime di semilibertà «perché la galera non deve essere intesa come espiazione ma come riabilitazione», mi spiegano (e qui trattengo parole non adatte a un lettore).
La storia di Charlotte, o Carol, di mamma olandese (che vive, malata, a Sesto Calente) e padre lombardo, ora all’estero, è triste. Era rimasta incinta, aveva 20 anni, ma con il compagno era andata male, il bambino però cresceva amato, un po’ col padre, un po’ con la madre. Lei faceva la commessa in una profumeria di Malpensa, fino a un anno e mezzo fa, ma poi ci si è messa la pandemia, e ha provato la disoccupazione («E voleva farsi un gruzzolo per il futuro di suo figlio», spiega una commessa che lavorava con lei). Così ha iniziato a caricare le sue foto su OnlyFans, il social dove chi vuol vedere paga, lo fanno in tanti, alcuni anche famosi e senza problemi di soldi, e così ha pensato che in fondo poteva andare avanti, forse (forse) le piaceva pure, non faceva del male a nessuno.
«Poverina», mi dice Rocco Siffredi, «Doveva venire qui a Budapest, in agenzia, ma non ce l’ha fatta, quel delinquente l’ha uccisa prima, e prima era andata in una società di Praga, specializzata in produzione molto dure, crude. Troppo». E se lo dice Rocco vuol dire che è roba per stomaci forti. Charlotte era stata già uccisa dal destino: sola, con un figlio (ma con un ex che badava a lui e ora lo tiene nel Veneto lontano da tutto questo), disoccupata, la madre malata. Che fare? Ha scelto la strada sbagliata. Certo. Rocco mi dice: «L’hanno uccisa tre volte». Sono d’accordo con lui.
Uccisa dalla cattiveria di un uomo
Poi aveva conosciuto Davide Fontana, forse aveva avuto una storia, all’inizio, pare che lui l’avesse contattata sui social e si fosse proposto come fotografo anche se era un impiegato di banca. Ossessionato da lei (il padre del bambino di Carol aveva trovato anche le gomme della sua auto tagliate quando era andato a trovarla, ma forse è solo un caso), si era perfino trasferito in un appartamentino vicino alla casa dove lei era andata ad abitare a Rescaldina. Lei non aveva paura di lui, lo giudicava un tipo tranquillo. Oggi lui dice che lei è morta in un gioco erotico (lo dicono in molti assassini per giustificare la morte di una donna, quasi per far passare in incidente quella che era volontà di uccidere). Quindi poi che fa? Taglia il corpo in 15 pezzi dopo essere andato a comprare una sega e un’accetta, lo infila in diversi sacchetti della spazzatura, e compra un congelatore per tenerlo per settimane in casa di lei, usando la sua macchina rispondendo via sms alla madre di Carol e al padre del suo bambino e ai giornalisti di Brescia News che stava bene, che era a Dubai. Ma proprio attraverso il giornale on line Brescia News i Carabinieri hanno scoperto l’identità e poi sono arrivati all’assassino (presunto, perché è d’obbligo dire così).
In Italia ogni tre giorni viene uccisa una donna, e nella stragrande maggioranza dei casi l’assassino è un uomo della famiglia, un ex, un marito, un convivente, una vergogna, un amico come in questo caso. Però ho avvertito nei confronti di Carol un atteggiamento di sufficienza, come dire: se l’è andata a cercare, facendo una scelta così estrema, come se quel delitto fosse meno grave, più accettabile. Vergogna, vergogna due volte. Miserabili. Qui siamo di fronte a un femminicidio di una madre che forse ha sbagliato a cercare la strada che le sembrava più facile (o forse a lei quel lavoro non dispiaceva, «Un lavoro come un altro», diceva a Giuseppe Cruciani a La Zanzara), ma comunque è una vittima che merita rispetto, anche se magari non tutti possono avere comprensione.
I Miserabili sono tra noi
Charlotte, Carol, non importa il nome, mi ricorda Fantine, personaggio chiave del romanzo di Victor Hugo, I Miserabili, costretta a prostituirsi per combattere la miseria e mantenere la figlia. Leggendo i Miserabili si prova pietà, si avverte la disperazione. Per Charlotte non ho sentito quella pietà, che mi ha trasmesso invece Rocco Siffredi, un pornostar, con una famiglia splendida, una moglie, due figli, ma anche Caterina Collovati, la giornalista, sempre durissima con chi fa scelte sbagliate, ma che con Carol ha solo parole d’amore, di pietà cristiana. Quanta solitudine, scrivono, Non so fino a che punto fosse sola o solo sulla strada sbagliata. La madre malata la chiamava spesso da Sesto Calende, il padre la soprannominava «La mia principessa», ma viveva all’estero, il papà di suo figlio la vedeva quando portava la creatura ogni settimana.
Poi salta fuori anche un poveretto, uno che crede di essere un comico, che per amor di battuta scrive cattiverie e volgarità sulla sua morte. Un comico, uno che sperava di diventare un nome famoso, che qui non voglio nemmeno scriverne il nome e non voglio pubblicare la sua foto e che ora dice patetico: «Il mio nome è in trending topic su Twitter».
Pensiamo a lei e al suo bambino
Quando leggo di queste storie mi dico: se mi avesse chiamato, forse avrei potuto aiutarla, avrebbe potuto seguire un’altra strada. Facciamo abbastanza per il prossimo in difficoltà? Almeno proviamoci. Ora non ci resta che ricordare questa povera ragazza sfortunata. Chi crede preghi con me, chi non crede, ma non per questo, se lo merita, non andrà in Paradiso, rivolga un pensiero a lei e al suo bambino di sei anni rimasto solo con il padre. Sono certo che sua mamma gli ha voluto molto, molto bene.
©2020 CRM S.r.l. P.Iva 11921100159 - Reg. Trib. di Milano n.89 in data 20/04/2021