Mater-bi, composizione e tipologia del materiale

2022-07-01 18:16:11 By : Ms. Kris Lee

Oggi 01 luglio 2022 - Aggiornato alle 17:30

Buste per la spesa illustrate- Credit: iStock

Versatile e sostenibile: ecco cosa c’è da sapere.

Il mater-bi è una famiglia di bioplastiche del tutto biodegradabili e compostabili. Con il mater-bi si realizzano soluzioni e prodotti a ridotto impatto ambientale per la vita di tutti i giorni. Più nello specifico, mater-bi è il nome commerciale del prodotto brevettato e commercializzato dall’azienda italiana Novamont.

La produzione del mater-bi ha avuto inizio nel 1990, nello stabilimento Novamont di Terni, con una produzione iniziale di 4000 tonnellate all'anno, produzione che oggi supera le 150mila tonnellate all'anno. Il mater-bi viene venduto in granuli ed è lavorabile in modo simile alle altre materie plastiche, anche per quanto riguarda la colorazione e la sterilizzazione. I componenti essenziali dei prodotti in mater-bi sono amido di mais e oli vegetali: entrambi sono coltivati in Europa attraverso pratiche agricole di tipo tradizionale, senza l’intervento di modifica genetica del prodotto. Con il mater-bi vengono realizzati strumenti di uso comune come i sacchetti della spesa, i sacchetti per la raccolta dell’umido, le reti della frutta, i teli per la pacciamatura agricola, involucri di carta e fazzoletti. E ancora: piatti, bicchieri e posate monouso, coppette per il gelato, ecc. Il processo di biodegradazione del mater-bi, svolto da microorganismi, produce acqua, anidride carbonica e metano.

L’impiego di questa bioplastica offre numerosi vantaggi, in termini di sostenibilità. Il mater-bi rappresenta innanzitutto l’applicazione dei principi di economia circolare. Viene infatti realizzato sul modello del ciclo naturale, dove nulla si crea e nulla si distrugge. Come già detto, viene ottenuto con elementi naturali e, attraverso il riciclaggio organico dei rifiuti solidi organici (compostaggio e digestione anaerobica), torna alla natura sotto forma di compost. Il processo di produzione del mater-bi risulta poi sostenibile in quanto nell’Unione Europea, ad oggi, solo l’1% della produzione complessiva di amido di mais non alimentare viene utilizzato per le bioplastiche. Inoltre per la produzione di 1 kg di mater-bi occorrono in media 15-30 litri di acqua irrigua per ottenere le materie prime rinnovabili necessarie. Si tratta di una quantità che ha un’incidenza minima rispetto alle risorse idriche del pianeta.

I dati forniti dall’azienda mostrano che l’impatto delle bioplastiche sulle produzioni alimentari è tendente allo zero e che la produzione di bioplastiche non rientra tra le cause dell’aumento dei prezzi dei prodotti agricoli. Un altro vantaggio è rappresentato dalla conformità alla normativa vigente e alle certificazioni. Il mater-bi è idoneo a realizzare prodotti conformi ai requisiti essenziali della Direttiva Europea sull’imballaggio e i rifiuti da imballaggio (94/62/EC) e che soddisfino i relativi standard europei armonizzati: EN 13430 (riciclaggio), EN 13431 (recupero energetico), EN 13432 (recupero organico). La biodegradabilità e la compostabilità del mater-bi sono garantite da sette certificazioni di enti da tutto il mondo (USA, Australia, Belgio, Italia e Germania). Il mater-bi è poi un materiale molto versatile. Pur essendo totalmente compostabile, è naturalmente resistente ai liquidi e – ha evidenziato la Novamont nei mesi scorsi - non necessita di trattamenti chimici per essere utilizzato in stoviglie o altre applicazioni simili. Nel mater-bi non sono presenti sostanze pericolose come ammine aromatiche, plastificanti della famiglia degli ftalati o altre sostanze classificate come pericolose per l’ambiente, come PBT o vPvB (Persistenti Bioaccumulabili, Tossiche e Molto Persistenti e Molto Bioaccumulabili) e i famigerati PFAS.

Il mater-bi trova una crescente applicazione in diversi settori. I consumatori italiani hanno familiarizzato con questo materiale utilizzandolo sotto forma di sacchetti per l’ortofrutta e buste della spesa. Per essere sicuri di utilizzare un materiale davvero sostenibile, bisogna fare attenzione, imparando a riconoscere un vero sacchetto in mater-bi da un sacchetto illegale, soprattutto alla luce di normative che stanno gradualmente vietando l’utilizzo della plastica monouso. Gli shopper monouso da asporto, per essere conformi alla normativa vigente, devono infatti essere biodegradabili e compostabili – come i sacchetti in mater-bi – secondo lo standard UNI EN 13432 del 2002, e devono avere, impressi e ben visibili, i marchi di certificazione: contrassegni di enti certificatori che ne attestano la qualità e la regolarità.

Pur essendoci, dunque, indicazioni chiare sulle caratteristiche che un sacchetto deve avere per essere biodegradabile e compostabile, nel 2020 sono state sequestrate dalle forze dell’ordine più di 15 tonnellate di shopper illegali: buste irregolari che alimentano la criminalità organizzata, le cui attività contribuiscono a devastare l’ambiente e a danneggiare le imprese che invece operano nella legalità. Questo dato arriva dall’Osservatorio di Assobioplastiche ed è stato riportato nel rapporto “Ecomafia 2021: le storie e i numeri della criminalità ambientale in Italia”, un importante documento realizzato da Legambiente con il sostegno di Novamont. Ciascuno di noi, dunque, dovrebbe sempre verificare, al momento dell’acquisto, che i sacchetti monouso riportino la scritta “biodegradabile e compostabile”, con il riferimento alla norma UNI EN 13432 e i già citati marchi di certificazione, in modo da osteggiare il racket degli shopper illegali acquistando un prodotto sostenibile e di qualità.

Se per degradare un sacchetto di plastica (tradizionale) gettato in mare ci vogliono dai 10 ai 30 anni, con il mater-bi i tempi si riducono notevolmente. I test effettuati da Novamont hanno evidenziato che la biodegradabilità del mater-bi in acqua è pari a quella della carta. I tempi variano dai 2,5 ai 5 mesi per la disgregazione e da 2 mesi a 1 anno per la scomparsa completa del sacchetto. Il mater-bi, inoltre, non rilascia microplastiche persistenti, in quanto biodegradabili completamente nel giro di 20-30 giorni, come richiesto dalle linee guida dell’Ocse. Il parametro chiave più discusso, l’eco-tossicità, è stato valutato dall’Università di Siena. Sono stati individuati degli organismi modello (spigola, alghe unicellulari e riccio di mare) ed effettuati dei bio-test, esponendoli a sedimenti marini contaminati con mater-bi o cellulosa. Sono stati indagati eventuali effetti di inibizione della crescita, di embriotossicità e possibili effetti genotossici. La degradazione del mater-bi - valutata su sedimenti rimasti a contatto per 6-12 mesi con i sacchetti - non ha generato né trasferito sostanze tossiche in grado di provocare alterazioni.

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