Nel pomeriggio di lunedì 13 giugno scatta l'allarme per la scomparsa di una bambina in provincia di Catania. Si chiama Elena Del Pozzo, ha quasi cinque anni. La madre, Martina Patti, racconta ai carabinieri che la piccola è stata rapita da uomini incappucciati ma poi confessa di averla uccisa. Ecco cosa è accaduto.
Lunedì pomeriggio la procura di Catania conferma una notizia che da ore gira sui social network: è scomparsa una bambina. Ai carabinieri della Tenenza di Mascalucia, la madre Martina Patti racconta che mentre era in macchina a Piano di Tremestieri Etneo con la bambina, tre uomini armati e incappucciati l'hanno portata via.
Nel corso della notte si susseguono gli interrogatori e per gli inquirenti il rapimento resta un giallo. Numerosi i dubbi sulla dinamica e nessuna immagine sospetta dalle telecamere in strada. Nessuna pista è esclusa.
Martina Patti crolla e confessa il delitto della figlia. E' lei stessa ad accompagnare i carabinieri nel luogo dove è stato seppellito il corpo: un campo incolto, lungo via Turati, a Mascalucia. La donna viene portata via dai carabinieri. Il luogo del ritrovamento dista 200 metri dalla sua abitazione. "Stanotte ha subito un lungo interrogatorio e le erano state contestate varie incongruenze. Stamattina ha fatto ritrovare il cadavere", dice il procuratore di Catania Carmelo Zuccaro.
"Non ero in me". Ai carabinieri Martina Patti dice queste parole. La piccola Elena Del Pozzo è stata uccisa con un coltello da cucina. Il movente, negato dalla donna, sarebbe la gelosia per la relazione intrecciata dal padre di Elena con un'altra donna. Martina temeva che la bambina si potesse affezionare alla compagna del padre. "Prima di andare a prendere Elena all'asilo, la donna si è procurata una pala e una zappa e le ha portate" dove poi avrebbe commesso il delitto, affermano i carabinieri. La difesa di Martina Patti chiede una perizia psichiatrica per la propria assistita.
Ha agito da sola Martina Patti? E' la domanda che gli inquirenti si pongono ricostruendo la dinamica del delitto. "I punti da chiarire - dice il capitano dei carabinieri Salvatore Mancuso - sono il luogo del delitto e l'eventuale responsabilità di altre persone o nella commissione dell'omicidio o nell'occultamento del cadavere".
"Ho sentito parlare di pazzia e di gelosia morbosa, ma non ho sentito parlare di cattiveria e di sadismo. Come si può reputare un raptus quello che ha fatto Martina? Un omicidio premeditato e studiato in ogni particolare". Lo scrive in una lettera diffusa alla stampa, Alessandro Del Pozzo, padre di Elena.
Martina Patti, nell'interrogatorio di garanzia davanti al Gip, conferma di avere ucciso la figlia da sola nel luogo dove è stata trovata, "accompagnando la sua ricostruzione con molti "non ricordo" sulla dinamica che sembrano pretestuosi". E', secondo quanto si apprende, la valutazione della procura di Catania sull'udienza di convalida del fermo. Il Gip Daniela Monaco Crea si riserva la decisione sia sulla convalida del fermo sia sull'emissione di un'ordinanza di custodia cautelare nei confronti della donna.
Nella Fiat 500 di Martina Patti non ci sono tracce di sangue. Né all'interno dell'abitacolo, né nel portabagagli. Lo appurano i carabinieri che indagano sul delitto della figlia della donna. Nell'auto Martina Patti ha portato un coltello, una zappa e alcuni sacchi neri.