"Padre, lei non ha idea di quello che succede in una fabbrica" | The Society of Jesus

2022-08-26 18:13:17 By : Mr. Larry Camel

Kim Tae-jin, SJ - Missione dei gesuiti in Cambogia [Da “Gesuiti 2022 - La Compagnia di Gesù nel mondo”]

L’esperienza di incarnazione di un gesuita che lavora anonimamente in una fabbrica accanto agli operai sfruttati.

Ho incontrato SreyTot un sabato all’inizio del 2016. Era un’operaia del settore abbigliamento nel complesso industriale di TuolPongro. “Nella nostra fabbrica non possiamo andare in bagno quando vogliamo.” Ha aggiunto: “Ci licenziano se non facciamo gli straordinari”. Ho risposto con rabbia. “Cosa? Non possono farlo. È una violazione dei diritti umani! Vai a fare rapporto al sindacato.” Chiudendo gli occhi stretti stretti, ha girato la testa e ha ribattuto: “Padre, lei non ha idea di quello che succede in una fabbrica”.

Per molti anni ero solito visitare il complesso industriale di TuolPongro ogni fine settimana. Pensavo mi stessi avvicinando alla vita dei lavoratori cambogiani, ma SreyTot mi ha fatto capire che in chiesa, nell’università e nella stessa Compagnia di Gesù avevo vissuto fino ad allora come in un castello sicuro. In quel modo, non potevo vedere i lavoratori come erano realmente.

Nella seconda settimana degli Esercizi Spirituali, il Figlio guarda il mondo e insiste nel volervi scendere. Ora credo di averne capito il motivo. L’unico modo che aveva per comprendere profondamente, simpatizzare e salvare gli esseri umani era senza dubbio l’incarnazione: lavorare e vivere nello stesso luogo e nello stesso modo degli esseri umani.

Ho sentito il sussurro dello Spirito Santo che mi invitava a stare con gli operai, ma avevo paura. Non a causa delle dure condizioni di lavoro. Nel 2014, una protesta dei lavoratori si è trasformata in un bagno di sangue quando il governo ha usato la forza militare, provocando cinque morti e decine di feriti. Da allora il governo ha cominciato a tenere d’occhio i gruppi di lavoratori, e specialmente gli stranieri che si avvicinano a loro.

Nell’ottobre 2018, ho ottenuto un lavoro in una fabbrica. Nessuno, tranne il direttore della fabbrica, sapeva che ero un prete cattolico. Durante i primi quattro mesi, ho lavorato in un magazzino. Quando arrivavano container alti 13 metri, aprivamo la porta sul retro, scaricavamo grandi rotoli di tessuto, portando ogni rotolo sulle spalle. Più tardi, sono stato assegnato a un reparto di imballaggio dove mettevo i prodotti finiti in sacchetti di plastica, poi in scatole, che spostavo in un container.

Gli operatori delle macchine da cucire erano spesso costretti a lavorare dalle 11 alle 12 ore al giorno per completare la quantità di prodotto loro assegnata. Rischiavano il lavoro se prendevano un congedo per malattia o per portare i bambini in ospedale. Di solito, all’insieme degli operai di una linea di lavorazione venivano dati due biglietti per il bagno: per mantenere il flusso ininterrotto di lavoro, non possono andare in bagno più di due persone allo stesso tempo. L’atteggiamento coercitivo del manager di linea ha reso difficile l’esercizio dei diritti legali dei lavoratori di prendere il congedo per malattia o le ferie mensili pagate.

I lavoratori sono come moscerini della frutta intrappolati in una ragnatela. Le famiglie povere e rurali mandano i loro figli in città per guadagnare dei soldi e mentono sulla loro età per farli lavorare in una fabbrica. Dei 250 dollari guadagnati facendo gli straordinari, ne mandano 200 a casa. Con questi, i loro genitori riescono a pagare i debiti, a nutrire ed educare i figli più piccoli. Tre o quattro operai condividono una stanza da 30 dollari e mangiano ogni giorno tre pasti comprati da venditori ambulanti. Si lasciano alle spalle casa e famiglia, perdono l’opportunità dell’istruzione, vivono una vita legata a una macchina da cucire, trascorrono la loro gioventù diventando vecchi, solo per migliorare a malapena la loro vita e quella della loro famiglia. Osservandoli dal di dentro di una fabbrica, ho capito cosa è essenziale per loro: alfabetizzazione, igiene, salute e reddito stabile.

Nel gennaio 2020, ho lasciato la fabbrica per aprire una scuola serale, dal nome RUOM (“Insieme”), che offre corsi di alfabetizzazione. Gli operai vengono alle 6 del pomeriggio dopo 10 ore di lavoro; mangiamo, ridiamo insieme e studiamo l’alfabeto Khmer.

Recentemente ho ripreso a insegnare filosofia dell’Asia orientale all’Università Reale di Phnom Penh. Il mio desiderio è che gli studenti lavoratori continuino a incontrarsi e a svolgere le loro attività per conto proprio.

Ma l’incarnazione di Gesù include il tradimento e la sofferenza, e lo stesso vale per la mia. Pensavo che passare del tempo insieme ai lavoratori mi avrebbe avvicinato a loro, ma in fondo ero un estraneo. Ho vissuto in Cambogia e parlato la loro lingua più a lungo di loro, eppure non sono mai stato uno di loro.

Come nell’incarnazione di Gesù, la morte arriva alla fine, morendo al vecchio sé. Attraverso l’incarnazione come operaio, il mio corpo è nato di nuovo. L’acufene e l’insonnia che mi avevano ‘ucciso’ per anni sono spariti, sostituiti da dolori alle spalle e prurito alla pelle, probabilmente a causa dei pesanti rotoli di tessuto e degli ambienti tossici.

Prima non riuscivo a capacitarmi del perché non potessero andare in bagno, perché dovessero fare gli straordinari, perché si ammalassero così spesso, perché bevessero birra, perché cantassero al karaoke a squarciagola dopo il lavoro, perché si truccassero pesantemente e indossassero abiti succinti, perché non sapessero leggere e scrivere, perché non potessero risparmiare... Dall’altra parte del muro, c’era una ragnatela. Ora il mio occhio la vede. È diventata visibile quando ho messo piede sullo stesso terreno su cui stavano loro e li ho guardati faccia a faccia, sudando il loro stesso sudore.

Il Loyola Institute of Business Administration (LIBA), della Provincia gesuita di Chennai (CEN), una delle principali scuole aziendali in India, mette in atto le Preferenze Apostoliche Universali (PAU)...

Nel mezzo della globalizzazione del mondo moderno, noi gesuiti siamo chiamati a mostrare il cammino verso Dio attraverso gli Esercizi Spirituali e il discernimento, che è la prima delle nostre Preferenze Apostoliche Universali.

Quello di trovare Dio è uno dei percorsi spirituali fondamentali tracciati da Ignazio per aiutare tutti a discernere la sua presenza, a trovarlo in tutte le cose, raggiungendo un mondo difficile e diverso, colmo di grazia, ma che geme.

Come in altre Province gesuite dell’America Latina, il settore sociale della Provincia del Messico comprende un CIAS (Centro di Ricerca e Azione Sociale). In questa Provincia, il CIAS è stato rilanciato nel 2015 con la denominazione “Gesuiti per la pace”.

Dopo aver letto la lettera del Padre Generale a tutta la Compagnia sulle Preferenze Apostoliche Universali, non ho potuto fare a meno di pensare che sembrava che avesse collaborato attivamente al nostro lavoro degli ultimi anni nella JRJI.

“È con profondo dolore e angoscia che vi comunico che nel pomeriggio del 20 giugno, a Cerocahui, Tarahumara, i padri gesuiti Javier Campos SJ e Joaquín Mora SJ sono stati uccisi mentre cercavano di difendere un uomo...

La Compagnia di Gesù è stata fondata nel 1540 da Sant’Ignazio di Loyola e dai suoi compagni. La missione dei gesuiti è una missione di giustizia e riconciliazione, che opera perché uomini e donne possano riconciliarsi con Dio, con loro stessi, l’uno con l’altro e con la creazione di Dio.