Umberto Coluccia e Alessandro Pugi documentano con foto il degrado nei boschi tra l’Aia di Cacio, Nisportino e Bagnaia
RIO. Non hanno perso tempo Umberto Coluccia, ex assessore dell’allora Comune di Rio nell’Elba, e lo scrittore elbano Alessandro Pugi a raccogliere l’invito formalizzato dal Cai dell’Isola d’Elba di «partecipare al censimento delle discariche abusive elbane», visti i successi riscontrati nel censimento che ha interessato la Grande traversata elbana (Gte), da Cavo a Pomonte. Stando a quanto documentano Coluccia e Pugi il degrado è anche in altri luoghi dell’isola. Il primo immortala alcune carcasse di auto depositate lungo la mulattiere che porta dall’Aia di Cacio a Nisportino. Nello specifico si tratta di modelli di autovetture non più in commercio, che sono stati depositati nel bosco dai proprietari per disfarsene. Il secondo invece ha raccolto alcune testimonianze sulla strada di Bagnaia. Si tratta di resti di amianto proveniente presumibilmente da cantieri edili operanti sul territorio. Sia nel primo, sia nel secondo caso si tratta sempre di una mancata sensibilità e senso civico della popolazione che con troppa leggerezza interviene in questo modo deturpando irrimediabilmente il territorio, quando a monte si sa che esistono siti e depositi attrezzate in cui pacificamente e gratuitamente si può consegnare il materiale di cui disfarsene, senza altre conseguenze. Come giustamente fa notare Pugi, la discarica a cielo aperto insiste su un tratto di strada panoramica che si dipana a metà costa offrendo alla vista uno dei più belli panorami dell’arcipelago. «Se riusciamo a mantenercelo tale», chiosa amaramente lo stesso scrittore. Per fortuna il Club Alpino Italiano si è reso disponibile ad assumersi l’impegno di processare i dati raccolti circa la presenza di discariche di rifiuti sul territorio elbano. Così, dopo la Gte ci sarà da includere anche i dati del Comune di Rio che quanto prima saranno “geolocalizzati e censiti sulla cartografia”. Sarà possibile visualizzare «in qualsiasi momento», dicono al Cai, lo stato di aggiornamento del censimento in base alle segnalazioni pervenute in tempo reale. Al fine di evitare inutili sovrapposizioni e sopralluoghi, in linea di massima, l’isola è stata divisa in 3 settori, il cui monitoraggio è di competenza di Legambiente per la zona occidentale (considerando l’aeroporto della Pila come limite), mentre nella zona centrale fino alla strada provinciale di Campo ai Peri di competenza del Cai e la restante area orientale per Italia Nostra. «Questo non toglie – aggiunge il Cai – che altre associazioni, come stanno facendo la Protezione Civile nel Comune di Rio, le associazioni venatorie a Portoferraio o i volontari a Poggio, possano intervenire in accordo con i Comuni ed Esa e adottare tratti di Gte e strade limitrofe, per indicare discariche». «Le segnalazioni occasionali o isolate – conclude – saranno prese in considerazione e inserite nella mappa». © RIPRODUZIONE RISERVATA
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