Una nuova bufera si abbatte sulla montagna bolognese. La Saga Coffee di Gaggio Montano — la ex Saeco Vending, il ramo della storica azienda dell’Appennino bolognese che produce macchine da caffè per ristorazione e bar che era stato ceduto da Philips nel 2016 e passato ad Evoca Group nel 2017 — chiuderà i battenti entro il 2022.
Lo stop avverrà il 31 marzo mentre le produzioni saranno delocalizzate fra Romania e Valbrembo, dove si trova la sede del gruppo bergamasco che punta così a saturare l’impianto e ad assumere nuove leve. Qui sulla graticola ci sono 222 dipendenti, per l’80% donne: l’anno scorso erano 280, prima di un accordo per 60 uscite volontarie. Nel 2015 quello stesso territorio, nel settore delle macchine domestiche, aveva vissuto un’altra pesante vertenza con 243 esodi incentivati . La doccia fredda era purtroppo nell’aria tanto che gli operai, prima della conferma arrivata ieri ad un incontro in Confindustria, erano in presidio davanti ai cancelli già da giovedì. Durissimi i sindacalisti che da anni seguono le sorti di questa industria e che avevano siglato accordi ora disattesi. «Ancora una volta — accusa il segretario confederale Cisl, Marino Mazzini — veniamo messi al corrente di decisioni unilaterali di una gravità inaudita per la tenuta occupazionale e sociale di un territorio già duramente colpito. Chiediamo l’attivazione immediata di Città metropolitana e Regione per individuare soluzioni tese alla salvaguardia del sito. Un gruppo così importante, gestito da manager italiani, non può decidere del destino di tante famiglie, senza il coinvolgimento delle parti sociali». «Siamo di fronte ad un atto di sciacallaggio nei confronti dei lavoratori e di una vera violenza verso il territorio — gli fa eco il funzionario Fiom, Primo Sacchetti — . Mentre a Gaggio pensano di licenziare, a Bergamo cercano addirittura personale».
Lapidaria la proprietà: «Evoca Group ha preso in considerazione tutte le alternative percorribili: la decisione è il risultato — informa, impegnandosi a lavorare con sindacati e istituzioni per supportare gli addetti — di un’approfondita analisi del mercato, che ha evidenziato la necessità di razionalizzare l’assetto del gruppo, a causa della sovraccapacità produttiva e l’impossibilità dello stabilimento di Gaggio Montano di raggiungere i necessari livelli di competitività ». La notizia indigna la politica: l’assessore regionale Vincenzo Colla annuncia un confronto con le parti già la prossima settimana, il deputato Pd Andrea De Maria porterà il caso in Parlamento mentre il capogruppo di Emilia-Romagna Coraggiosa Igor Taruffi stigmatizza l’ennesimo abbandono del territorio e chiede «la mobilitazione di tutte le istituzioni».
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